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148 Capitolo Quindicesimo.

— Scherzate, Diaz?

— No signore e me ne sono fabbricate molte anch’io. Si raccolgono le foglie, si seccano e si trova allora su di esse una specie di cera che unita con un po’ di grasso animale, serve benissimo alla illuminazione.

Perfino le radici di queste piante sono utili, ricavandosi una tisana che serve ottimamente per purgare il sangue. Ah! Ecco un altro guado e migliore dell’altro. Non v’è che un metro d’acqua.

— Niente serpenti qui?

— Proviamo. —

Si mise, come prima, a battere una foglia, imitando il muggito del sucuriù e non ottenne risposta.

— Siamo, almeno pel momento, salvi, — disse, — gli eimuri non ci prenderanno più, spero.

— Avete parlato di ponti prima.

— È vero e con quelli quei selvaggi osano attraversare fiumi e anche paludi, ma occorrono dei giorni, e noi non rimarremo fermi ad aspettarli, ve lo accerto. —

Colla gravatana tastò il fondo per paura che fosse composto di sabbie mobili e assicuratosi che era abbastanza resistente, si avventurò nel fiume guardando le piante acquatiche che spuntavano a destra ed a manca, formando cespi immensi.

Alvaro ed il mozzo l’avevano seguìto tenendo le armi puntate da una parte e dall’altra del guado, per non farsi sorprendere da qualche caimano.

Avevano attraversato quasi tutto il corso d’acqua e Diaz stava per porre i piedi sulla riva opposta, quando i suoi compagni lo videro improvvisamente contorcersi, poi cadere di colpo fra le erbe palustri, mandando grida di dolore.

Una forma oscura, allungata, era guizzata rapidamente dinanzi ad Alvaro, nascondendosi nel fango del fondo, prima che il portoghese avesse avuto il tempo di far fuoco.

— Diaz! — gridarono i due naufraghi, vedendo che il marinaio si rotolava fra le erbe della riva sempre contorcendosi.

— Ah! È nulla... una scarica... un’anguilla tremante... che colpo!

— Vi ha morso un serpente? — chiese Alvaro, spaventato.

— Ma che serpente! Un’anguilla tremante... che mi ha intorpidito come se avessi ricevuto una poderosa scarica elettrica in pieno corpo. —

Non credevo che ve ne fossero qui.