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L’Uomo di fuoco. 197

role misteriose e d’aver alzato replicatamente le mani verso il cielo come se invocasse l’assistenza del gran Manitou, signore della terra e del fuoco, puntò il fucile mirando attentamente.

Un profondo silenzio regnava fra gli Eimuri, il cui numero era triplicato. Sui loro visi si leggeva una estrema ansietà.

Anche il capo pareva profondamente impressionato e guardava con un misto di spavento e d’ammirazione superstiziosa quell’arma che mandava fumo, fuoco e tuono.

Ad un tratto una detonazione rimbombò, strappando ai selvaggi un urlo di spavento.

Alcuni si erano dati a fuga precipitosa, turandosi gli orecchi, altri si erano lasciati cadere al suolo e si rotolavano fra la polvere.

Il capo però ed alcuni altri coraggiosi si erano invece slanciati verso l’albero alla cui base si dibatteva, fra le ultime convulsioni della morte, il disgraziato tapiro.

Quando lo videro esalare l’ultimo sospiro e si furono ben convinti che nessuna freccia lo aveva colpito, tesero le braccia verso Alvaro, gridando a squarciagola:

Caramurà! Caramurà!

Caramurà! — esclamò Alvaro. — Io ho udito ancora questo grido.—

Si volse verso il ragazzo indiano che gli stava presso, guardandolo con due occhi strambuzzati, pieni di terrore.

— Che cosa vuol dire Caramurà? — gli chiese.

— L’Uomo di fuoco, signore, — balbettò il ragazzo. — Forse che voi non siete il padrone del fuoco?

— Ecco un titolo che mi renderà temuto fra tutte le tribù brasiliane, — disse Alvaro ridendo. — La mia fama è ormai assicurata.

Va ora a dire al capo, che il signor Caramurà è pronto a uccidere il serpente che divora i suoi guerrieri e che... — continuò poi, curvandosi verso Garcia e abbassando la voce, — giuocherà anche di gambe. —

Il capo, seguito da alcuni guerrieri, si era accostato a poco a poco ad Alvaro, tutto umile e tremante.

— Tu sei il pyaie più possente di quanti ne esistono, — gli fece dire dall’interprete. — Quello che possedevano i Tupinambi — che io avevo fatto inseguire per averlo come mio pyaie, non è nulla a paragone di te.

D’ora innanzi tu rimarrai sempre con noi e comanderai come un capo.