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30 la città dell'oro

stenza di quella famosa città, Pietro d’Orsua prima, poi Girolamo d’Ortal, Ferdinando di Sarpa e Gonzales Himene de Quesada, intrapresero delle spedizioni per ritrovarla, ma non si sa se la scoprirono, poichè la storia tace sulle loro imprese. Pare però che non riuscissero nel loro intento poichè Quesada, il conquistatore dell’impero di Bogota, morendo, si fece giurare da Antonio Barreo, suo genero ed ardito conquistatore, d’impadronirsi del vasto territorio compreso fra i due fiumi giganti, assicurandolo che avrebbe trovato più oro di quanto i Pizzarro e gli Almagro ne avevano raccolto nel Perù.

Barreo non mancò alla parola: Manoa esercitava un fascino irresistibile. Partì alla conquista dell’Orenoco con settecento cavalli e parecchie centinaia d’indiani. Percorse deserte regioni, discese l’Orenoco, saccheggiò parecchie tribù, ma finalmente dovette ritornare a Santa Fè dopo di aver speso 300.000 ducati d’oro. Potè però constatare che quella regione era immensamente ricca d’oro e che tutte le tribù ne possedevano in gran copia.

Durante l’esplorazione di Barreo comparve il famoso cavalier inglese sir Walter Raleigh, il quale potè avere dagl’indigeni notizie dell’esistenza di Manoa, degli Eperomerii e degli Orecchioni, ma non potè