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Il Capo Nord 109

industria ha dato al signor Foin parecchi milioni ed oggi si può dire che egli è il più ricco armatore della Norvegia settentrionale.

– Sono piccole le navi che egli adopera per la caccia delle balene?

– Semplici vaporini, che filano dieci nodi all’ora e montati da dieci o dodici uomini. Ucciso un cetaceo, si affrettano a rimorchiarlo fino allo stabilimento, poi riprendono subito il mare in cerca d’altri, – rispose il capitano.

– Quanto può rendere una balena?

– Un tempo catturando una balena la quale fosse ben sviluppata se ne potevano ricavare anche sessantamila lire; ma oggi gli olii di quei giganti sono deprezzati e poco richiesti. Non si arriva a ricavarne la metà.

– I capodogli devono però dare molto di più.

– Sì, signor Stökken, contenendo nella loro testa un olio che è molto ricercato e che si adopera in varie preparazioni di profumeria, senza poi contare l’ambra grigia che talvolta si trova nei loro intestini e che si vende a tremila lire il chilogrammo. Orsù siamo attraverso la frontiera russo-norvegese. Fra poco navigheremo in vista delle spiagge lapponi. –


Capitolo XI

Le coste della Lapponia


Il confine fra la Norvegia e le coste settentrionali dell’immenso impero russo, è segnato dal capo Oscar e dal fiume Jakobs Elv, piccolo corso d’acqua che serve di scarico ad un laghettino che si trova in prossimità della borgatella di Petschenga.

Al di là di quel capo, cosa davvero strana, ci s’accorge subito di non essere più in Norvegia, poichè la costa cambia quasi improvvisamente. Ed infatti non più frastagliamenti, non più nuvoli di isolotti e di scogliere, non più baie e cale, niente più fjords.

Le spiagge della Lapponia corrono quasi diritte, con poche insenature formate per lo più dalla foce dei fiumi, e poche, anzi pochissime isole e anche queste prive d’intagli.