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148 Capitolo primo

restando ben sedici giorni avvolti fra nebbie densissime, poi riprendono la via del ritorno, ma una burrasca divide le due navi, e la minore, comandata da Jakman, scompare per sempre, nè più mai se ne potè avere notizie. Era stata fracassata dai ghiacci o le onde l’avevano prima demolita e poi inghiottita? Mistero!...

Nel 1594, un altro audace s’inoltra nel mare Polare. È William Barentz, uno dei più fortunati navigatori dell’oceano settentrionale.

Parte con tre navi, visita lo stretto di Matochkin e percorre mille e settecento miglia fra i ghiacci, spingendosi fino al 71° 33’ di latitudine.

L’anno seguente riparte con sette navi al comando dell’ammiraglio Nay, scopre alcune isole, visita le coste siberiane, studiando gli usi ed i costumi dei samoiedi, prende terra all’isoletta degli Stati dove gli orsi bianchi gli divorano alcuni marinai, e ritorna in Olanda il 18 novembre.

Nel maggio 1596, questo instancabile esploratore, per incarico dei mercanti di Amsterdam, torna nei mari polari con due navi, scopre l’isola degl’Orsi a 74° 30’ di latitudine, così chiamata per avervi colà ucciso un orso bianco di dimensioni mostruose, quindi spingendosi sempre più verso settentrione, si imbatte in una terra sconosciuta che chiama Spitzbergen.

Ripresa la navigazione con una sola nave, avendo l’altra fatto ritorno in Europa, erra lungamente fra quei ghiacci, in preda a uragani spaventevoli, finchè un ice-berg gli spezza il timone.

Esausto, coll’equipaggio ridotto a soli diciotto uomini, va a cercare rifugio nella baia dei Ghiacci, una delle migliori dello Spitzbergen, costruendo una capanna che sussiste ancora.

L’inverno li sorprende quasi senza viveri. S’arrestano gli orologi e gelano perfino il vino, la birra e l’alcool.

Parecchi marinai non possono sopportare quelle dure prove e soccombono miseramente.

Finalmente il freddo scema, la buona stagione ritorna e l’equipaggio, il 23 giugno del 1598, lascia quelle terre inospitali imbarcandosi su due scialuppe.

Erano tutti ridotti in uno stato orribile pei lunghi patimenti. Anche la gagliarda fibra di Barentz è finalmente minata dallo scor-