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312 Capitolo dodicesimo

ai banchi di ghiaccio. Certo l’uragano di neve li aveva spinti tutti dentro qualche canale od il ghiaccio si era aperto sotto i loro piedi e l’oceano Artico li aveva inghiottiti.

Il Duca, vivamente impressionato, non cedette nondimeno dinanzi ai primi scoraggiamenti. Formò nuovi drappelli di soccorso mandandoli verso l’ovest e verso l’est della Terra Principe Rodolfo e stabilì un piccolo campo al Capo Fligely, perchè sorvegliasse i banchi di ghiaccio che si estendevano al nord dell’isola. Sperava ancora di vedere un dì o l’altro ritornare il povero tenente, pel quale aveva nutrito sempre un vivo affetto, ed i suoi due compagni.

Vane speranze. I giorni passavano, ma nessuna buona nuova giungeva mai al campo, finchè Cagni ritornò e senza aver incontrato, durante il periglioso ritorno, gli smarriti.

Lo scoraggiamento cominciò ad invadere anche il Duca. Comprese finalmente che tutto era finito e che quei valorosi erano morti.

– La nostra spedizione fu utile alla scienza, – disse quel giorno che comprese essere vano qualsiasi tentativo. – È stata da forti italiani, ma non fu felice. –

Non avendo però l’assoluta certezza che il tenente ed i suoi compagni fossero periti, al Capo Cave furono depositati dei vestiti di pelle, delle provviste per venti persone e per dieci mesi e delle lettere in lingua italiana e norvegese, colle quali s’avvertivano gli scomparsi di attendere in quel luogo la ventura primavera o di raggiungere possibilmente il Capo Flora in attesa d’una spedizione di soccorso.

Era tutto quello che potevano fare il Duca ed i suoi compagni.

Intanto l’estate s’avanzava a rapidi passi e s’avvicinava il momento dell’imbarco.

Già i marinai norvegesi erano riusciti ad accomodare alla meglio l’avaria subita dalla Stella Polare. La povera nave però aveva gravemente sofferto in causa delle pressioni dei ghiacci e la sua macchina si era guastata.

Anche la prora era stata danneggiata molto e le costole presentavano una solidità molto dubbia. Era un’impresa tutt’altro che facile ritornare in Europa con simile nave, attraverso a mari ancora ingombri di ghiaccio.

Nel maggio, dopo d’aver imbarcato gran parte dei viveri e degli