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sole.
– Chi sono questi caballeros? – chiese all'insorto, gettando via il sigaro.
Poi facendo bruscamente due passi innanzi, con una certa sorpresa:
– Toh!... Il signor Del Monte!... Da dove venite, amico?... Avete lasciato Pardo?...
Il cubano brontolò qualche cosa fra i denti, ma vedendo gli sguardi minacciosi di Cordoba, dilatò la bocca ad un sorriso forzato, dicendo:
– Ben contento di rivedervi, signor Guaymo. Vi porto, innanzi a tutto, i saluti del capitano Pardo.
Il mulatto vedendo che si conoscevano, credette inutile di aprire le labbra e se ne andò assieme all'insorto.
– Qual vento vi porta qui, signor Del Monte? – continuò il comandante di San Felipe.
– Un motivo urgente – rispose il cubano. – Voi dovete aver ricevuto dei prigionieri.
– Sì, la marchesa del Castillo, un capitano spagnolo, e quattro marinai.
– Che dovevate consegnare ad un capitano americano.
– È vero, signor Del Monte. Al comandante dell'Oyster.
– Ecco qui il tenente Zames Mac-Kye, comandante in seconda dell'Oyster.
– Carrai!... – esclamò il capo degl'insorti, con stupore. –