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216 Capitolo venticinquesimo

— In guerra i tradimenti talvolta sono necessari.

— Lo vedo ora. Senza un tradimento non mi troverei prigioniera.

— Consolatevi, signora marchesa, — disse il capo degli insorti. — La vostra prigionia non è durata che due giorni o tutt’al più tre.

— Oh!... Forse che sto per riacquistare la libertà?...

— Il signor tenente è incaricato di ricondurvi a Cuba.

— Dal capitano Pardo?...

— Sì, signora, — disse Cordoba. — Da Pardo il quale vi restituirà la libertà se vorrete finalmente cedere le armi che l’Yucatan tiene nella sua stiva. O voi accettate od io v’imbarcherò sull’Oyster e vi condurrò a Key-West od a Tampa. Sono stato mandato qui appositamente per trattare con voi, assieme al signor Del Monte, uno dei più fidi amici del capitano Pardo.

La marchesa non rispose. Guardava fissamente l’astuto Cordoba come per leggergli negli occhi la risposta che doveva dare.

— Ebbene, cosa decidete, signora? — chiese il tenente, abbassando lievemente il capo in segno affermativo.

— Penso, signore, che una maggior resistenza da parte mia sarebbe assolutamente inutile, — rispose la marchesa. — Io tutto ho tentato per condurre a buon fine l’impresa; se la fortuna mi è stata contraria, devo rassegnarmi a cedere.

— Cederete il carico!... — esclamarono Cordoba e Guaymo l’uno con gioia dissimulata, l’altro con vero entusiasmo.

— Lo cedo, signori.

— Allora, signora marchesa, domani noi v’imbarcheremo per Cuba e posdomani sarete libera.

— Coi miei compagni?...

— È impossibile: la mia scialuppa non può portare un carico soverchio.

— Posso procurarvene una maggiore, — disse Guaymo.

— Pensate, mio caro, che noi siamo solamente in cinque.

— Si legano i prigionieri, la marchesa esclusa. Contate di partire domani?...

— All’alba.

— Quest’oggi sarete adunque mio ospite.

— Se non vi rincresce.

— Tutt’altro, tenente. Le distrazioni sono così poche a S. Felipe!... Approfitterò per mostrarvi i nostri depositi d’armi e presentarvi le mie truppe.

— Una passeggiata la desidero. —

Il capo degli insorti chiamò il negro, poi volgendosi verso la marchesa che si era alzata:

— Signora, vi prego di ritirarvi nella casetta che vi ho assegnata. Se non vi disturbiamo, questa sera verremo a trovarvi.