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La fuga | 215 |
fesa di Santiago o dell’Avana, ma niente di più. Signor Guaymo, ora che abbiamo parlato perfino troppo di guerra, andiamo a trovare la marchesa del Castillo. Sono assai curioso di conoscere la Capitana del Yucatan. Si dicono meraviglie sul suo conto.
— Non è necessario andarla a trovare.
— E perchè?
— Perchè la marchesa è già qui.
— Davvero?
— Ho dato ordine di farla venire. Ehi, Miko, fa introdurre la prigioniera. —
Mentre il negro usciva, Cordoba lanciò ai suoi compagni un rapido sguardo che voleva significare:
— Badate di non tradirvi. —
CAPITOLO XXV.
La fuga.
Un istante dopo la marchesa del Castillo si arrestava sulla soglia della stanzetta, col più vivo stupore dipinto sul viso, guardando con una specie di terrore Cordoba ed i suoi marinai, e soprattutto il signor Del Monte che nello scorgerla era diventato livido.
Un gesto fulmineo del tenente le trattenne probabilmente il grido di sorpresa che stava per sfuggirle dalle labbra e forse anche il nome del suo fedele compagno. Comprese in un baleno che i suoi uomini avevano ordito qualche temerario piano per salvarla e riacquistò prontamente la sua calma abituale, rispondendo, con un grazioso chinar del capo al saluto del capo insorto e dei suoi ospiti.
— Perdonate, signora marchesa, se vi ho importunato, — le disse Guaymo, scoprendosi, — ma vi è qui il signor tenente Mac-Kye della marina americana che desiderava vedervi.
— È vero, signora, — disse Cordoba. — Spero che vorrete scusare la mia curiosità, ma ero desideroso di vedere la famosa Capitana del Yucatan.
— Famosa!... — esclamò donna Dolores, ridendo. — Eh, via!... Cosa dite, tenente?... Possibile che ormai in Cuba tutti mi conoscano di già?...
— Io credo, marchesa, che dal capo Sant’Antonio alla punta di Maisi, tutti conoscano ormai la storia del Yucatan e che tutti sappiano che lo comanda una donna.
— Me ne duole, signore, — disse donna Dolores, sedendosi. — Io mi ero illusa di poter giungere sulle coste di Cuba assolutamente ignorata, mentre ora mi accorgo di essere stata tradita.