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L’ultima corsa 255

— Signor Cordoba!... — gridò il mastro.

— Beccheggia la baleniera?

— Si mantiene a galla per miracolo.

— A bordo, vecchio mio! —

La scialuppa, che faticava assai a tirare innanzi in causa dei marosi che irrompevano nel canale sfasciandosi con grande impeto contro le scogliere e provocando delle contro-ondate formidabili, tornò rapidamente indietro e venne prontamente issata sulla grue di babordo, poi l’Yucatan riprese la marcia innanzi, sempre con estrema prudenza.

La lotta contro i marosi cominciava. Enormi cavalloni s’avanzavano fra le due linee di scogli, come destrieri sbrigliati, muggendo paurosamente e mostrando le loro creste irte di candida spuma.

Giungevano gli uni dietro agli altri, accartocciandosi, rincorrendosi, accavallandosi, frangendosi con mille fragori. Trovando dei banchi, sbalzavano per sorpassarli, lanciando innanzi dei giganteschi sprazzi di spuma che si distendevano rapidamente, poi si ritraevano trascinando con loro, con un fracasso strano, le ghiaie ed i pezzi di rupe che si erano accumulati alla base delle scogliere.

L’Yucatan si avanzava impavido in mezzo a quella distesa di spuma quasi fosforescente, procurando di mantenersi in mezzo al canale. Colon e tre altri marinai sondavano incessantemente a prora, per accertarsi della profondità dell’acqua.

Doveva essere la mezzanotte quando la nave, dopo d’aver lottato vivamente contro le onde che l’assalivano a prora con estrema violenza, si trovò fuori da quelle pericolose scogliere. Il mare libero si estendeva finalmente dinanzi ad essa, ma era pure un mare tempestosissimo, forse non meno pericoloso delle scogliere e dei bassifondi.

Colà i marosi, non più imprigionati fra le rive del canale, si scagliavano innanzi all’impazzata, con cieco impeto, con mille paurosi muggiti, sferzati incessantemente dai furiosi colpi di vento di levante, i quali sollevavano delle vere cortine d’acqua.

In mezzo al cupo rimbombo dei tuoni, ai fischi delle raffiche ed al cozzar delle onde, si udì la voce della Capitana a gridare:

— Ingegnere, a tutto vapore!... —

Poi, dato quel comando, l’intrepida donna si appressò a Cordoba, dicendogli:

— Ora a me la ruota, amico!... Voglio guidare io il mio Yucatan!...

— Il mare è tremendo, donna Dolores, — rispose il lupo di mare.

— Sono tua allieva e come tale non lo temo.

— Balza a bordo, donna Dolores.

— Me ne rido delle onde, Cordoba. A me la ruota!... Bada all’americano tu!...