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300 Capitolo trentaquattresimo

montata da cinquecento uomini al comando del capitano di S. Lazara, poi la Viscaya, la più poderosa dopo il Colon, lunga cento e quattro metri e montata del pari da cinquecento uomini, comandati dal capitano Antonio Eulata, quindi la Infanta Maria Teresa, del pari grossa e comandata dal capitano Victor Concas e dall’ammiraglio Cervera.

Ultime venivano le due contro-torpediniere Furor e Pluton, rapide navi che filavano ventotto nodi e che portavano tre tubi lancia-siluri, montate dall’ammiraglio Villamil, dal capitano Carlier, dal capitano Vasquez, poi l’Yucatan guidato dalla marchesa.

La quinta corazzata, la Reina Mercedes, troppo danneggiata durante il bombardamento di Santiago, era stata lasciata in porto onde affondarla nel canale nel caso che le squadre americane avessero tentato, più tardi, di forzare il passo.

Il momento era supremo, terribile, poichè tutti ormai sapevano che stavano per giuocare una partita disperata. La morte stava dinanzi a quei valorosi, nascosta fra le cupe acque del mar dei Caraibi e tendeva già verso di loro le sue scarne braccia.

Che importava a quegli audaci?... Avanti sempre per la gloria della Spagna!...

Tutti erano pronti per la lotta mostruosa. I comandanti, dentro le loro torrette, spiavano ansiosamente il nemico che si celava fra le tenebre: i marinai, dietro ai mostruosi pezzi delle coperte o dietro ai cannoni a tiro rapido, coi cordoni tirafuoco in mano, aspettavano il comando per scatenare uragani di ferro contro il formidabile nemico; macchinisti e fuochisti, sepolti nelle profondità delle stive, dinanzi alle brucianti caldaie ed ai forni tramutati in vulcani, aspettavano impavidi il rombo delle artiglierie annuncianti la vittoria o la morte.

Ecco il Cristobal Colon che passa l’ultimo stretto del canale e che si slancia sulle onde del mar dei Caraibi, poi dietro di lui si avanzano le altre navi.

Ad un tratto un formidabile ed assordante rimbombo scoppia sul mare. Le navi americane si sono accorte della fuga della squadra spagnola e si preparano a piombare, masse terribili di acciaio, contro il minuscolo nemico.

Un traditore od il caso le ha avvertite dell’audace tentativo dell’ammiraglio spagnuolo e l’intera squadra di Schley, forte di dodici delle più mostruose corazzate, corre a tutto vapore addosso alle quattro navi per schiacciarle, mentre quella di Sampson lascia precipitosamente Aguadores per prendere parte alla ineguale lotta.

Un grido echeggia nelle torrette dei comandanti spagnuoli:

— A tiraggio forzato!... Fuoco di bordata!...

La lotta è cominciata, la lotta tremenda, inesorabile atroce!...

La flotta americana accorre da tutti i punti dell’orizzonte e piomba sulla squadra spagnuola per chiuderle il passo o per mandarla, rotta, fracassata, nei baratri del mar dei Caraibi.