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76 Capitolo nono

di tronchi, di foglie, di rami, di liane e di cespugli, quindi la marchesa con Cordoba e finalmente gli altri tre marinai incaricati di proteggere, alle spalle, la piccola spedizione.

La marcia, che da principio era sembrata facile, divenne ben presto così impacciata, da mettere a dura prova i muscoli dei tre uomini d’avanguardia, non trovandosi più passaggi.

La meravigliosa feracità del suolo cubano dava una prova della sua potenza produttiva. Si poteva dire che non vi era atomo di terreno che le piante non avessero subito occupato, prendendo uno sviluppo gigantesco.

I tronchi degli alberi erano dovunque così stretti, da impedire talvolta il passaggio anche ad una sola persona, e là dove vi era un po’ di spazio, liane, piante parassite e cespugli erano spuntati come per incanto, quantunque il suolo delle Piccole e delle Grandi Antille sia piuttosto scarso di terreno, trovandosi a breve profondità strati rocciosi ed argillosi che le radici non possono trapassare.

Predominavano sempre in quella grande foresta i mangli, però qua e là s’incrociavano in tutti i sensi liane smisurate che salivano e scendevano lungo i tronchi con mille contorcimenti o aggrappandosi ad una infinità di piante parassite che formavano dei fitti festoni. Si scorgevano altresì, ma come isole perdute su di un oceano, macchie di superbi banani dalle foglie smisurate e la cui tinta verde cupa spiccava vivamente fra i centomila rami delle piante vicine; poi gruppi di piante del pepe, amalgamate, confuse, avviticchiate strettamente le une alle altre ed anche, di quando in quando, vedevasi torreggiare qualche gigantesco albero di cotone selvatico, piante che sono internamente cave e che anticamente venivano usate dagli indigeni per costruire dei lunghissimi canotti, capaci di contenere perfino cento uomini.

Sotto quei vegetali regnava una umidità penetrante, non permettendo l’immensa cupola di fogliame, che i raggi del sole penetrassero e potessero giungere fino a terra, umidità che diventa pericolosissima, specialmente durante la stagione delle piogge, le quali cominciano nel giugno od ai primi di luglio, durando fino alla metà di ottobre.

L’abbondanza d’acqua che cade nelle Grandi Antille durante quei mesi, è addirittura enorme; basti dire che in una sola settimana se ne rovescia tanta sui boschi, quanta ne cade in una intera annata nei nostri climi e lascia inzuppato il terreno per lungo tempo, anche in causa del suolo argilloso che trovasi sotto, il quale impedisce l’assorbimento.

— Saremo fortunati, amico Cordoba, — disse la marchesa che marciava dietro il cubano ed ai due marinai d’avanguardia, — se non ci prenderemo delle febbri nella traversata di queste foreste. Questa umidità mi penetra nelle ossa.

— Siamo ancora nella buona stagione, donna Dolores, — ri-