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202 Capitolo XIV.


— Presso la mia tribù.

— Egli ha assistito al naufragio del grosso canotto?

— Sì.

— Dunque saprà anche che cosa è accaduto agli uomini che lo montavano.

— Certo.

— Puoi condurlo qui quel cacciatore?

— Ha paura degli uomini bianchi e non verrà.

— Perchè ha paura?

— Io non lo so.

— Forse che ha mangiato anche lui un pezzo di quei naufraghi?

— Fakà mangia solamente la carne dei guanachi e dei pesci.

— Dove potremo vederlo?

— Stamani stava pescando laggiù all’estremità della baia coi suoi cani, e vi sarà ancora.

— Vuoi condurci da lui? Se parla gli regaleremo un monile di perle ed un coltello e tu avrai pure altri regali.

— Non ho alcuna difficoltà a condurvi da lui, ma non prendete con voi di quelle armi che lanciano il fuoco, altrimenti fuggirà.

— Quell’uomo deve avere la coscienza ben nera, — disse papà Pardoe a Piotre. — Noi non saremo però così sciocchi da sbarcare senza armi fra questi traditori: che cosa intendete di fare?

— Di andarlo a cercare, — rispose il baleniere. — Ho la convinzione che quel cacciatore sappia molte cose intorno al naufragio di quella nave.

— Credete che si tratti veramente della Rosita? — chiese il signor Lopez.

— Ne ho il sospetto.

— Non c’ingannerà questo selvaggio per attirarci in