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Un dramma marittimo | 23 |
— Guardali anche tu, Pardoe. —
Il pescatore fece alcuni passi innanzi, poi un grido gli sfuggì dalle labbra.
— Ah! Poveretti!... Povera Mariquita! Che disgrazia! Che disgrazia!...
— Cos’hai, Pardoe? — chiese José, spaventato.
— Non li hai riconosciuti?
— No.... eppure.... quello lì dalla barba rossa ed arruffata ha un viso che non mi pare nuovo.
— Sono i fratelli Doranovo.
— Ne sei sicuro? — chiese José, con voce soffocata, strozzata.
— Hanno pescato tre anni di seguito con me.
— Allora la Rosita si è perduta!...
— Stritolata dalla balena.... inghiottita.... non so.... Povero Alonzo!,... Io sospettavo che una disgrazia fosse piombata sulla sua barca da pesca!...
— Si erano imbarcati con lui questi disgraziati?
— Li avevo arruolati io.
— E come si trovano qui soli? E gli altri? E Alonzo? Che sieno tutti morti?
— Penserà il direttore delle huaneras a fare un po’ di luce su questo naufragio. Lui sa leggere e noi no. —
Il baleniere così dicendo si era curvato sul cadavere più vicino e gli aveva strappato dalla destra un fascio di carte, che teneva fra le dita raggrinzate.
— Che vi sia qualche cosa scritto lì sopra? — domandò José.
— Vedo delle parole.
— Scendiamo subito, amico Pardoe.
— Adagio, prima caliamo questi disgraziati nella scialuppa. Daremo loro onorata sepoltura, invece di lasciarli in pasto alle procellarie e ai gabbiani.