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106 i naufraghi dello spitzberg


che il wacke scendeva al sud, doveva prolungare sempre più le sue fermate e allungare le giornate.

Alle Spitzberg doveva già essere cominciata la notte polare.

Il 1° novembre il banco si trovava a oltre sessanta miglia al sud-sud-est dell’isola degli Orsi. Le acque, non più gelate, avevano cominciato a minare le sue sponde.

I margini si assottigliavano lentamente sì, ma costantemente e l’acqua del bacino pareva pronta a irrompere attraverso la superficie gelata. Anche delle grandi fessure si erano manifestate ed una si era spinta fino sotto la poppa della Torpa.

Numerosi uccelli continuavano ad accorrere sul banco, volteggiando in grandi stormi chiassosi attorno alla nave. Labbi, urie, gazze, eider, oche bernide e procellarie passavano e ripassavano senza posa e alla sera si schieravano sui margini del ghiaccione.

Il 3 novembre avendo il wacke incontrato un floe di vaste dimensioni, su cui si erano scorti numerosi trichechi, Tompson, Oscar, Jansey, dieci dei più valenti cacciatori, approfittando del mare calmo, s’imbarcarono su una baleniera e li abbordarono.

I grossi anfibi, sorpresi mentre stavano godendosi i limpidi raggi del sole, furono facilmente circondati dai cacciatori, impedendo loro di potersi trascinare al mare.

Sei dei più grossi caddero sotto i colpi di rampone e le palle e vennero rimorchiati fino al banco e quindi trascinati a bordo della Torpa.

Furono anche vedute parecchie foche che si lasciavano trasportare dai ream, piccoli banchi, ma erano troppo lontane per pensare ad inseguirle ed a raggiungerle prima che avessero il tempo di tuffarsi.