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120 i naufraghi dello spitzberg


i cacciatori si affrettavano a gettarsi in mare, allontanandosi rapidamente.

Alla sera Tompson ed i suoi compagni tornarono a bordo trascinando le loro prede e trovarono l’altra squadra comandata dal capitano Jansey, che aveva già rimorchiati al bacino tre altri orsi.

All’indomani la caccia fu ripresa con molto vigore e con maggior numero di uomini. I carnivori erano già ritornati sul wacke ed alcuni, durante la notte, avevano avuto l’audacia di ronzare attorno ai magazzini.

Altri sette furono abbattuti in quella seconda giornata e senza che i marinai riportassero alcuna ferita, poi altri due il 10 novembre.

L’11 le cacce furono sospese, essendo sceso sul mare un denso nebbione, il quale durò tre giorni quasi senza interruzione, ma il 15 altri quattro orsi furono uccisi.

Da quel giorno non ne furono più veduti. Avendo il wacke incontrati alcuni banchi che andavano pure alla deriva, probabilmente i superstiti li avevano raggiunti.

Intanto la Torpa continuava a essere trascinata verso il sud, mantenendosi tra il 18° e 20° meridiano.

La temperatura diventava di giorno in giorno meno aspra, ed il sole si alzava sempre più sull’orizzonte, cominciando a sciogliere l’acqua del bacino e anche la superficie del grande banco.

L’acqua marina, che diventava sempre meno fredda, aveva già prodotto dei guasti rilevanti nei margini. Ad ogni istante un tratto di sponda franava, od un pezzo d’ice-berg si staccava o s’aprivano dei grandi crepacci.

La prigionia non doveva durare ancora molto; ancora alcune settimane e la Torpa avrebbe finalmente potuto sciogliere le vele e dirigersi verso le coste della Norvegia.