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CAPITOLO IV.

La baia di Baffin.


M

astro Tyndhall aveva troppa pratica di quelle regioni per ingannarsi.

La baia di Baffin stava per diventare assai pericolosa e si preparava una vera cattiva notte. Il denso nebbione, che fino dal mattino si era addensato all’uscita dello stretto di Smith e di quello di Jones, s’avanzava rapidamente verso le regioni meridionali, oscurando la pallida luce del sole.

Scendeva a ondate, alzandosi ed abbassandosi burrascosamente come un immenso telone grigiastro sbattuto dal vento, ma che ora si lacerava ed ora si riuniva con fantastica rapidità. Le cupe acque della baia, che parevano fossero diventate più oscure fra le linee scintillanti dei ghiacci, si alzavano in lunghe ondate sotto i primi soffi della gelida tramontana, scuotendo gli ice-bergs, gli streams, i packs e gli hummoks, i quali si urtavano confusamente con sorde detonazioni e con mille scricchiolìi.

Si vedevano delle montagne candide perdere bruscamente l’equilibrio e strapiombare nelle onde con muggiti spaventevoli, sollevando numerosi sprazzi di spuma e