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l'incendio della nave. 151


Poi volgendosi verso i naufraghi che contemplavano tranquillamente i marinai dall’alto del castello di prua, colle mani in tasca, disse loro con voce minacciosa:

— Al lavoro anche voi; e se vi rifiutate vi faccio appiccare, parola da yankee!...

Non vi era da scherzare col capitano Hill, il quale aveva già dato prove chiare di sapersi fare ubbidire e di non indietreggiare dinanzi ad alcun ostacolo. Di buona o cattiva voglia i naufraghi, compresi Bill e Mac Bjorn che parevano contenti di essere sfuggiti a quella visita che forse doveva svelare il loro vero essere o qualche cosa di peggio, si misero alacremente al lavoro con l’equipaggio.

Mentre Asthor scendeva nella stiva con alcuni marinai per collocare le manichelle e gli altri manovravano energicamente le pompe, comparve in coperta miss Anna gridando:

— Padre mio, il fuoco è a bordo!...

Il capitano le si avvicinò premurosamente.

— Lo so, Anna — disse con profonda emozione. — Non ti spaventare, chè spero, coll’aiuto di Dio e del mio equipaggio, di domarlo.

— Al fianco tuo non ho paura, lo sai. Speri di domarlo?

— Non posso dire nulla per ora, ma non mi lascerò prendere alla sprovvista. Chiama due marinai e fa’ preparare due imbarcazioni, le due più grandi, e fa’ imbarcare dei viveri e delle armi.

Due marinai accorsero alla chiamata e si misero a disposizione della giovanetta, mentre il capitano tornava alle pompe.

L’incendio, quantunque vigorosamente combattuto da tutto l’equipaggio fino dal suo primo divampare, progrediva e minacciava di estendersi a tutta la nave.

La dispensa dei viveri era diventata una fornace ardente, entro