Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/145

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toccasse, tutte senza resistenza aprire: ed altra, la quale chi seco portasse, in qualunque parte del mondo pervenisse, abbonderebbe di tutte le cose, nè sentirebbe fame, sete, nè penuria alcuna. Nè celò egli a me, nè io ancora celerò a voi la strana potenza della spinosa erige, notissima erba nei nostri liti; la radice della quale ripresenta alle volte similitudine del sesso virile, o femmineo, benchè di raro si trovi; ma se per sorte ad alcuno quella del suo sesso pervenisse nelle mani, sarebbe senza dubbio in amore fortunatissimo. Appresso a questa soggiunse la religiosa verbena, gratissimo sacrificio agli antichi altari; del sugo della quale qualunque si ungesse, impetrerebbe da ciascuno quanto di dimandare gli aggradasse, purchè al tempo di coglierla fosse accorto. Ma che vo io affaticandomi in dirvi queste cose? Già il luogo, ove egli dimora, ne è vicino; e saravvi concesso udirlo da lui a pieno raccontare. Deh non, disse Clonico; io, e tutti costoro desiamo più tosto così camminando, per alleggerirne la fatica, udirlo da te; acciocchè poi, quando ne fia licito vedere questo tuo santo pastore, più in reverenza lo abbiamo, e quasi a terreno Iddio gli rendiamo i debiti onori nelle nostre selve. Allora il vecchio Opico, tornando al lasciato ordine, disse se avere ancora udito dal medesimo Enareto alcuni incanti da resistere alle marine tempestati, ai tuoni, alle nevi, alle pioggie, alle grandini, ed alli furiosi impeti delli discordevoli venti. Oltrà di ciò disse avergli veduto tranghiottire un caldo cuore e palpitante di una cieca talpa; ponendosi sovra la lingua un occhio di Indiana testudine nella