Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/160

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concorrenza propongano dubbj l’uno all’altro, senza farli risolvere. Onde Elenco domanda qual sia quell’animale che tanto s’avvicini d’intelletto all’uomo, che vedendo la luna, s’inginocchi, e scenda alla fontana per purgarsi. E questo animale deve intendersi essere l’elefante; della natura del quale si leggono cose maravigliose; ma fra l’altre dicono, per dichiarazione di questo luogo, che nelle campagne di Mauritania a un certo fiume che si chiama Amilo, quando la luna è nuova, scendono le mandre degli elefanti, e quivi solennemente purificandosi, si spruzzano d’acqua, e poi facendo riverenza alla luna, se ne ritornano alle selve. Il Porcacchi.

Dimmi qual è l’uccello ec. Intendi la fenice, della quale Plinio nel Cap. ii. del Lib. x. scrive, ch’ella vive 660 anni, che fattosi un nido di cassia e d’incenso, e riempiutolo d’odori, vi muore sopra, e che delle ossa, e delle midolle sue nasce un vermicello, che poi diventa il medesimo uccello della fenice. Queste due domande sono adattatissime alle rozze persone de’ pastori. Poichè se cotali maraviglie dell’elefante, e della fenice narrate dai vecchi autori, e rigettate dai moderni, tuttora sbalordiscono le genti non del tutto incolte, quanto stupore non debbono generare nelle menti dei più semplici! Laonde assai giudiziosamente il Sannazzaro fa dire a Montano: Mal fa chi contra al ciel pugna e contende; quasi dicendo, che il parlare di quelle cose tanto alte è un volere penetrare troppo addentro negli arcani della natura, la cui cognizione solo a se medesimo il cielo ha riserbato.