Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/163

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pastorale vita: dalle quali tutto quello, che fra le selve oggi si adopra, ebbe prima origine. Nell’una eran notati tutti i dì dell’anno, e i varj mutamenti delle stagioni, e la inequalità della notte e del giorno, insieme con la osservazione delle ore, non poco necessaria a’ viventi, e li non falsi pronostici delle tempestati: e quando il sole con suo nascimento denunzia serenità, e quando pioggia, e quando venti, e quando grandini; e quali giorni son della luna fortunati, e quali infelici alle opre de’ mortali: e che ciascuno in ciascuna ora dovesse fuggire, o seguitare, per non offendere le osservabili volontà degli Dii. Nell’altra si leggeva, quale dovesse essere la bella forma della vacca, e dei toro; e le età idonee al generare, ed al partorire; e le stagioni, e i tempi atti a castrare i vitelli, per poterli poi nel giogo usare alle robuste opre dell’agricoltura: similmente come la ferocità de’ montoni, forando loro il corno presso l’orecchia, si possa mitigare; e come legandogli il destro testicolo, genera femmine; e ’l sinistro, mascoli: ed in che modo gli agnelli vengano bianchi, o d’altri colori variati; e qual rimedio sia alle solitarie pecore, che per lo spavento de’ tuoni non si abortiscano: ed oltre a questo, che governo si convenga alle barbute capre: e quali, e di che forma, e di che etade, ed in che tempo dell’anno, ed in che paese quelle siano più fruttifere; e come i loro anni si possano ai segni delle noderose corna chiaramente conoscere: appresso vi erano scritte tutte le medicine appertinenti a’ morbi tanto de’ greggi, quanto de’ cani, e de’ pastori. Dinanzi alla spelunca porgeva ombra un pino al-