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§. III.


Sue Poesie Latine.


Non solo il Sanazzaro rimondò il verso Italiano dalla ruvida scorza del quattrocento, ma aggiunse eziandio alla latina poesia quell’ultimo grado di pulimento, che non avevano saputo donarle, nè il Poliziano, nè il Fontano, nè i due Strozzi, e spianò quindi la via ai posteriori coltissimi ingegni, che gareggiano nella eleganza coi poeti del secolo d’Augusto.

In questa classe primeggia il suo Poema del Nascimento del Redentore, o sia del Parto della Vergine, com’egli lo intitolò. Vi spese Jacopo vent’anni di lavoro. In una delle dotte conversazioni che si tenevano presso di Leon X. alcuno diede contezza dell’accennato componimento, dietro cui il Sanazzaro stava allora travagliando. Bastò questo cenno, perchè l’umanissimo Pontefice gl’indirizzasse un onorifico Breve, col quale non solo con lui si congratula, ma ancor colla Chiesa, poichè in un tempo, in cui valenti ingegni, ma perfidi ne laceravano il seno, un ne sorgesse, il quale ne invigorisse la forza, e insieme ne facesse risplendere la bellezza1. E per dire il vero il prodigioso avvenimento della divina riparazione offre al Sanazzaro varie circostanze, dalle quali


  1. Datato da Roma il dì 6 Agosto 1521, poco prima della sua morte.