Pagina:Santa Caterina da Siena - Lettere, Aldo, 1500.djvu/6

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Al Reverendissimo Monsignore D. Francesco de Piccolhomini da Siena, Diacono Cardinale intitulato de S. Eustachio, Aldo Manutio Romano supplice se ricommanda.


Se fo mai tempo Monsignore R. che fosse grandissimo bisogno che li sancti homini et servi di Dio con viva voce, et con scripti corregesseno li errori humani, e al presente, che bisognarebbe anco se possibile fosse, che le pietre non solo nele Chiesie, ma anco per tuto cridasseno di continuo contra li tetri vitii et horrende sceleragine, che se commetteno hogge nel mondo -né è chi corregga-. Oime la va molto male per li infermi quando anco li medici sono ammalati. E' già venuto cosi ogne vitio al summo che per tuto sarebbe abondante materia da fare Satyre et Tragedie. Già per lo passato pareva almanco esser qualche vergogna in far male, ma hogge, o mondo ribaldo, o tempi maledecti, le faccie deli homini non sono più ſaccie, ma volti invitriati, perché non altramente se sequitano li appetiti che se fa dali animali bruti, per modo che non è remaso in l'homo altro che la forma et il nome. non si stima più né honore né fama come se li altri homini fosseno tante picture o statue. Però è da temere grandemente che sì come publice se commette ogne grande ribaldaria, così publice l'ira di Dio ne mande le discipline et li flagelli. In remedio adunque di tanti mali il Salvatore nostro Christo Iesu, che sempre ha voluto il nostro bene et la nostra sanctificatione vedendo in tanto bisogno la sua misera creatura, ha inspirato certi soi devoti servi che se publichino a stampa le Epistole de S. Catharina da Siena piene de sanctissimi ammaestramenti et di Spirito Sancto, le quali in loco de gravissimi predicatori se spargano per lo mondo et reprendano senza timore alcuno li defecti, et discacciati li vitii induchino le sancte virtute in laude et honore di dio, et salute del'anime. Et veramente ardisco dire che chi legerà con devotione queste sancte epistole non potrà fare che non se reforme tuto, et non li entre nel core il nome di Iesu Christo crocifixo, et non si infiamme de l'amore di di, et venga in despregio et odio di simedesimo et de la sua propria voluntate, et per lo contrario che sorte cosa e che chi legerà le dicte epistole despregiandole, sia in gratia di dio, per non contenerse in esse altro che laude di dio et affocata charità verso il proximo. Certo io non posso fare che non me alegre grandemente, quando considero il fructo mirabile che è per uscire de queste sancte epistole, perché non solo exhortano al ben fare, ma anco constrengono per modo maraviglioso. Questa adunque sì utile opera ben che io non habia familiaritate alcuna con V.S.R. tamen l'ho dedicata a quella per più respecti. Primo per exhortatione di devoti servi di Dio del'ordine di Predicatori del'observantia per esser V.S.R. piena di bontà et sancti costumi, et vero Cardine dela Chiesia di Dio. Poi perché ho stimato farli cosa grata, donandoli uno tale fructo [???] da una fructifera pianta dela vostra inclyta cità de Siena. Item perché hauendo la dicta vergine scripto de molte epistole a summi Pontifici et Cardinali circa la reformatione dela sancta Chiesia, et che se despiegasse il confalone dela Croce contra li pagani, et essendo state dicte epistole fino a questi tempi [???] per volontà di Dio quodammodo incognite et ascose, et se publichino hora che l'infidel sono in arme con stupendo exercito et apparato per mare et per terra con animo de destrure la fede di Christo, et già habino comenciato a mandare ad executione il desiderio suo con grandissimo danno et strage di Christiani, si pò pensare che siano scripte più presto alli Pontifici deli tempi nostri che a quelli de allhora. Ancora per esser stata canonizata la decta sancta per la bona memoria de Papa Pio secondo, Tio de V.S.R. et ordinato per sua Sanctitate l'officio in honore di essa vergine, et più essendo sua Sanctità tanto desiderosa se andasse contra li pagani che scripse una grande et degna epistola al gran Turco per convertirlo alla fede di Christo. Et tandem commosse tuta la Christianità ad opprimere la superbia et forze soe. Qualcosa harebbe facta felici successu sel non fosse mancato in ipso apparatu. Non devea adunque drizare questo sanctissimo libro ad altri che a V.S.R. aciò li sia favorevole, et maxime essendo ella successa in le virtuti et bona voluntà de la Sanctità del Tio. Unde la prego che si degni communicare le dicte sacre epistole con la S. del Papa, aciò che le epistole mandate a Papa Gregorio XI et a Papa Urbano VI reputi essere scripte a sua Sanctità. Praeterea che quelle che funno mandate allhora alli Cardinali, la V.S.R. le faccia vedere ali Cardinali deli tempi nostri, aciò che se faccia quanto per la dicta sacra vergine inspirata dal spirito sancto è stato scripto per la reformatione dela sposa de Christo, et fare la cruciata contra deli pagani, perché havendolo permesso a lei il Salvatore nostro dimandandolo ella con ardentissime orationi, et non essendo stato de essere a ogni modo, perché Dio non pò mentire. La qual cosa io stimo che l'habia essere a li tempi nostri, sì per la editione che se fa dele dicte epistole soppresse già circa centovinti anni non senza constitutione divina, sì anco perché non pò essere magiore necessità, che è hora, de quanto per la dicta serva di Dio allhora se dimandava. Et se non vi fé, pue de presto presto, benché 'l nome di Christo non possa perire, et che 'l braccio de la Chiesia se s'indebilisce, non possa scavezarse, tamen siamo a grande periculo non tocche a noi che oppressi da l'infideli diventiamo tuti schiavi, quod Deus avertat. Venetiis XIX Sept. M.D.