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4 l'istoria del concilio tridentino


detti in pubblico, conservati dalli autori propri o da altri, e le lettere d’avvisi da quella cittá scritte, non tralasciando fatica o diligenzia; onde ho avuto grazia di veder sino qualche registri intieri di note e lettere di persone che ebbero gran parte in quei maneggi. Ora avendo tante cose raccolte, che mi possono somministrar assai abbondante materia per narrazione del progresso, vengo in resoluzione di ordinarla.

Raccontarò le cause e li maneggi d’una convocazione ecclesiastica, nel corso di ventidue anni, per diversi fini e con vari mezzi da chi procacciata e sollecitata, da chi impedita e differita, e per altri anni diciotto ora adunata, ora disciolta, sempre celebrata con vari fini, e che ha sortito forma e compimento tutto contrario al disegno di chi l’ha procurata e al timore di chi con ogni studio l’ha disturbata: chiaro documento per rassignare li pensieri in Dio e non fidarsi della prudenza umana.

Imperocché questo concilio, desiderato e procurato dagli uomini pii per riunire la Chiesa che principiava a dividersi, per contrario ha cosí stabilito lo scisma ed ostinate le parti, che ha fatto le discordie irreconciliabili; e maneggiato dai principi per riforma dell’ordine ecclesiastico, ha causato la maggior disformazione che sia mai stata dopo che il nome cristiano si ode; e dalli vescovi adoperato per racquistar l’autoritá episcopale, passata in gran parte nel solo pontefice romano, gliel’ha fatta perder tutta intieramente, ed interessati loro stessi nella propria servitú; ma temuto e sfuggito dalla corte di Roma, come efficace mezzo per moderare l’esorbitante potenza da piccioli principi pervenuta con vari progressi ad un eccesso illimitato, gliel’ha talmente stabilita e confermata sopra la parte restatagli soggetta, che mai fu tanta né cosí ben radicata.

Sí che non sará inconveniente chiamarlo la Iliade del secol nostro: nella esplicazione della quale seguirò drittamente la veritá, non essendo posseduto da passione che mi possi far deviare. E chi mi osserverá in alcuni tempi abbondare, in altri andar ristretto, si raccordi che non tutti li campi sono di ugual fertilitá, né tutti li grani meritano d’esser conservati;