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130 l'istoria del concilio tridentino


essere stata sempre cercata principalmente la sicurtá del luoco; la qual però, quantunque Cesare fosse in persona al concilio, non sará sufficiente, sapendosi che li pontefici li concedono ben luoco nelle consultazioni, ma la potestá del determinare la reservano a sé soli. Esser noto quel che avvenne a Sigismondo Cesare nel concilio di Costanza, il salvacondotto del quale fu violato dal concilio ed egli costretto a ricever un tanto affronto. Per il che pregavano Cesare a considerare quanto queste ragioni importassero.

Era comparso nella medesima dieta il vescovo d’Acqui, mandato dal pontefice per invitarli al concilio; ma non fece frutto, e alcuni anco dei prencipi ricusarono di ascoltarlo. E per far note al mondo le loro ragioni, pubblicarono e mandarono una scrittura in stampa, dove principalmente si sforzavano di responder a quella obiezione che essi non volessero sottomettersi a nissun giudicio, che sprezzassero le altre nazioni, che fuggissero il supremo tribunal della chiesa, che avessero renovato l’eresie altre volte condennate, che abbiano caro le discordie civili, che le cose da loro represe delli costumi della corte romana siano leggeri e tollerabili. Allegarono le cause perché non conveniva che il pontefice solo, né meno insieme con li suoi, fosse giudice; portarono esempi de molti concili recusati da diversi delli santi padri; implorarono infine a loro difesa tutti li principi, offerendosi che se in alcun tempo si congregherá un concilio legittimo, defenderanno in quello la sua causa e daranno conto delle proprie azioni. Mandarono anche un ambasciador espresso al re di Francia, per darli conto particolare delle medesime cose. Il quale anco rispose che, quanto al concilio, era del medesimo parere di loro, di non approvarlo se non legittimo e in luoco sicuro, offerendo anco in questo l’istessa volontá del re di Scozia suo genero.

Il duca di Mantova concesse la sua cittá per far il concilio in gratificazione del pontefice, senza pensar piú oltre, giudicando conforme all’opinione comune che non si potrebbe effettuare, essendo la guerra in piedi fra Cesare e il re di Francia, e repugnando la Germania, per la quale il concilio