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186 | l'istoria del concilio tridentino |
momento, se non che, quando fosse aperto, egli fosse ricercato di lasciarlo cosí, sino che cessassero gl’impedimenti della
guerra de’ turchi, e altri; il che era metterli un freno in
bocca per aggirarlo dove fosse piaciuto a chi ne tenesse le
redine, sommo pericolo a le cose sue. Questo lo fece risolvere stabilmente in se stesso che per niente si doveva lasciarlo
star oziosamente aperto, né partirsi da questa disgiontiva: che
o vero il concilio si celebri potendo, o non potendo si serri
o si suspenda, sino che da lui fosse pubblicato il giorno nel
quale si avesse da riassumere. E fermato questo ponto, scrisse
alli legati che l’aprissero per il dí di Santa Croce; qual ordine
essi pubblicarono all’ambasciator cesareo e a tutti gli altri,
senza venir al particolare del giorno. E poco dopo gionse
il Cardinal Farnese in Trento, per transitare di lá in Vormazia, e portò l’istessa commissione; e consultato il tutto tra lui
e li legati, fu tra loro determinato di continuare, notificando
a tutti la commissione di aprir il concilio in genere, ma non
descendendo al giorno particolare, se non quando egli, gionto
in Vormes, avesse parlato all’imperatore, avendo concepito
molta buona speranza per aver inteso che l’imperatore, udita
l’espedizione della legazione, era rimasto molto sodisfatto del
papa e lasciatosi intender di voler procedere unitamente con
lui; il che per non sturbare, non volevano senza notizia della
Maestá sua proceder a nessuna nuova azione, massime che
cosí don Diego come il Cardinal di Trento consegnavano
l’istesso.
Rinnovò don Diego la sua pretensione di preceder tutti eccetto li legati, allegando che sí come quando papa e Cesare fossero insieme nessuno sederebbe in mezzo, l’istesso si dovrebbe osservare nelli rappresentanti l’uno e l’altro, e dicendo d’aver in ciò il parere e conseglio di persone dotte. Dalli legati non fu risposto se non con termini generali, che erano preparati di dar a ciascuno il suo luoco, aspettando di aver ordine da Roma; il che anco piaceva a don Diego, sperando che lá nelli archivi pubblici si troverebbono decisioni ed esempi di
ciò, mostrandosi pronto fuori del concilio di cedere ad ogni