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198 l'istoria del concilio tridentino


di passar l’ozio almeno con ragionamenti. Si commossero molto li legati; e tra li prelati che si vi trovavano, quei di qualche senso biasimavano l’imperatore che si facesse giudice in causa di fede e di reforma, e la piú dolce parola che dicevano era il procedere cesareo esser molto scandaloso. Cominciarono a conoscer di non esser stimati, e che lo star in ozio era insieme un star in vilipendio del mondo. Perciò discorrevano esser costretti a dechiararsi d’esser concilio legittimamente congregato, e a dar principio all’opera di Dio, incominciando le prime azioni dal procedere contro l’arcivescovo suddetto, contra l’elettor di Sassonia, contra il langravio d’Assia, ed anco contra il re d’Inghilterra. Avevano concetto spiriti grandi, sí che non parevano piú quei che pochi giorni prima si riputavano confinati in prigione. Raffrenavano questo ardore li ministri del magontino, considerando la grandezza di quei prencipi e l’aderenza, e il pericolo di farli restringere col re anglico e metter un fuoco maggior in Germania; e il Cardinal di Trento non parlava in altra forma. Ma li vescovi italiani, riputandosi da molto se mettessero mano in soggetti eminenti, dicevano esser vero che tutto il mondo sarebbe stato attento ad un tal processo, nondimeno che tutta l’importanzia era principiarlo e fondarlo bene. S’incitavano l’un l’altro, dicendo che bisognava resarcire parte della tarditá passata con la celeritá, che si dovesse dimandar al papa qualche uomo di valore che facesse la perorazione contra li rei, come fece Melchior Baldassino contra la pragmatica nel concilio lateranense, persuasi che il privare li principi delli stati loro non avesse altra difficoltá che di ben usare le formule de’ processi. Ma li legati, cosí per questa come per altra occorrenza, conobbero esser necessario aver un tal dottore, e scrissero a Roma che fosse provveduto di alcuno.

Il pontefice, intesa l’azione dell’imperatore, restò attonito e dubbioso se dovesse querelarsi o tacere: il querelarsi, non dovendo da ciò succeder effetto, lo giudicava non solo vano, ma anche una pubblicazione del poco potere; e questo lo

moveva grandemente. Ma dall’altra parte, ben pensato quanto