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236 l'istoria del concilio tridentino


religione si ridussero in Ratisbona al colloquio, del quale Cesare deputò presidente il vescovo di Eicstat e il conte di Furstemberg: dove non riusci alcun buon frutto, per le suspizioni che ciascuna delle parti concepì contra l’altra, e perché li cattolici incontravano ogni occasione di dar all’altra parte maggior sospetti e fingerli dal canto proprio. Li quali fecero finalmente dissolvere il convento.

Morì anco a’ 18 di febbraro Martino Lutero. Le qual cose avvisate in Trento e a Roma, non fu sentito tanto dispiacere della mutazione di religione nel Palatinato, quanta allegrezza perché il colloquio non avesse successo e tendesse alla dissoluzione, e fosse morto Lutero. Il colloquio pareva un altro concilio e dava gran gelosia; perché se qualche cosa fosse stata concordata, non si vedeva come potesse poi dal concilio essere regetta; e se fosse accettata, averebbe parso che il concilio ricevesse le leggi d’altrove: e in ogni modo quel colloquio in piedi con intervenienti ministri di Cesare era con poca riputazione del concilio e del papa. Concepirono li padri in Trento e la corte in Roma gran speranza, vedendo morto un instrumento molto potente a contrastare la dottrina e riti della chiesa romana, causa principale e quasi totale delle divisioni e novitá introdotte, e l’ebbero per un presagio di prospero successo del concilio, e maggiormente per essersi divulgata quella morte per l’Italia come successa con molte circonstanze portentose e favolose, le quali s’ascrivevano a miracolo e vendetta divina; se ben non v’intervennero se non di quei stessi evenimenti soliti accader ordinariamente nelle morti degli uomini di sessantatré anni, ché in tanta etá Martino passò di questa vita. Ma le cose succedute dopo sino all’etá nostra hanno dechiarato che Martino fu solo uno de’ mezzi, e che le cause furono altre piú potenti e recondite.

Cesare gionto in Ratisbona si lamentò gravemente che il colloquio fosse dissoluto, e di ciò ne scrisse per tutta Germania lettere, le quali furono con riso vedute, essendo pur troppo noto che la separazione era proceduta dall’opera delli spagnoli e frati, e dal vescovo di Eicstat da lui mandato. E non è dif-