Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/251

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libro secondo - capitolo iii 245


volte nominato, andato non per volontá d’intervenir al concilio, ma fuggendo l’ira del suo populo, concitato contra lui come causa della sterilitá della terra da frate Annibal Grisone inquisitore: né sapeva dove poteva star con dignitá e aver comodo maggiore di giustificarsi dalle imputazioni del frate, che lo pubblicava per luterano non solo nell’Istria, ma appresso il noncio di Venezia ed il papa; delle qual cose essendo anco li legati del concilio avvisati, l’esclusero d’intervenire negli atti pubblici come prelato, se prima non si fosse giustificato appresso il pontefice, dove lo esortarono efficacemente andare. E se non avessero temuto di far parlare contra la libertá del concilio, sarebbono usciti dalle esortazioni. Ma egli, vedendo di star in Trento con maggior indignitá, pochi dì dopo si partì con animo di tornar al vescovato, reputando la sedizione populare esser acquetata. Ma gionto a Venezia, li fu proibito andarvi dal noncio, quale aveva ricevuto ordine da Roma di formare processo contra di lui; di che sdegnato o intimorito, o per qualche altra causa die fosse, non molti mesi dopo uscì d’Italia.

Il dì 15, proposte le tre formule, se ben ciascuna ebbe chi la sostentò, la terza però fu approvata dalla maggior parte. Nelle seguenti congregazioni parlarono li teologi sopra li altri articoli, e molta differenza fu nel terzo sopra la translazione latina della Scrittura, tra alcuni pochi che avevano buona cognizione di latino e gusto di greco e altri nudi di cognizione di lingue. Fra’ Aloisio da Catanea disse che per risoluzione di quell’articolo non si poteva portar cosa piú a proposito e accomodata alli presenti tempi e occasioni che il giudicio del cardinale Gaetano, versatissimo nella teologia, avendo studiato fino dalla fanciullezza, e per la felicitá dell’ingegno e laboriosa diligenza riuscito il primo teologo di quello e molti altri secoli, al quale non era prelato né altro soggetto in concilio che non cedesse in dottrina e non tenesse d’esser in stato d’imparare da lui. Questo Cardinal, andato in Germania legato del 1523, accuratamente investigando come si potesse ridurre alla Chiesa li sviati e convincer gli eresiarchi, trovò il vero