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libro secondo - capitolo iv | 265 |
potessero far con loro onore. Di tutto ciò diedero al pontefice conto, aggiongendo averli detto il cardinale di Trento
che, se si proponesse l’articolo del peccato originale, non
passarebbe senza mala contentezza dell’imperatore, e che però,
desiderando esser da una parte ministri di pace e concordia
e dall’altra obedienti ai comandamenti di Sua Santitá, li era
parso spedire quest’avviso in diligenzia, pregandola a non lasciarli errare; soggiongendo che, non venendo altra commissione, seguiterebbono il suo ultimo comandamento, sforzandosi
di persuader a don Francesco e al Cardinal di Trento che l’articolo del peccato originale in Germania non sia piú per controverso, ma per accordato, apparendo ciò per l’ultimo colloquio di Ratisbona, dove Sua Maestá per il primo articolo
da concordare ha fatto pigliar quello della giustificazione; ma
per dar piú longo tempo che sará possibile, si tratteniranno
tutti i giorni che potranno onestamente, con l’espedizione del
residuo della sessione passata.
Si fece una congregazione per questo solo, di dar miglior forma come si dovesse procedere piú ordinatamente che per lo passato, cosí nel trattar la dottrina della fede come la materia della riforma; e furono distinte due sorti di congregazioni, una di teologi per discorrere sopra la materia di fede che si proponesse, e le loro opinioni fossero scritte da uno delli notari del concilio; e parlandosi della riforma, fossero, oltre li teologi, introdotti anco li canonisti, e queste congregazioni si tenessero in presenza delli legati, ma vi potessero però intervenir quei padri a chi piacesse per udire. Un’altra sorte di congregazione constasse delli prelati deputati a formar li capi o di dottrina o di riforma; i quali esaminati e secondo il parere piú comune ordinati, fossero proposti nella congregazione generale per sentir il voto di ciascuno, e secondo la deliberazione della maggior parte stabilire li decreti da pubblicar in sessione.
Seguendo quest’ordine, fu trattato delle lezioni e prediche, formando e riformando varie minute di decreti; né mai si trovò modo che piacesse a tutti, per esser interessati molto li