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348 l'istoria del concilio tridentino


partorí controversia nel principio non molto grave, ma in progresso maggiore, e nel fine (che fu negli anni 1562 e 1563) grandissima, non è stato fuori di proposito questa recapitolazione, né sará il raccontare qualche particolari occorsi.

Adonque, se ben li articoli primieramente proposti non furono se non di stringere maggiormente li precetti, aggiongerci pene e levar li impedimenti e facilitar l’esecuzione (e tutti concordavano, allegando persuasioni cavate dalla Scrittura del novo e vecchio Testamento, e da canoni de’ concili e dottrina de’ Padri, e anco dalli inconvenienti che dal non resedere erano nati), nondimeno la maggior parte delli teologi, e li dominicani massime, passarono a determinare che l’obbligazione fosse per legge divina. Frate Bartolomeo Carranza e fra’ Dominico Soto spagnoli erano autori principali. Le ragioni piú fondate che adducevano furono perché il vescovato era instituito da Cristo come ministerio e opera, adonque ricerca azione personale, che non può far l’assente; che Cristo descrivendo le qualitá del buon pastore, dice che mette la vita per il gregge, conosce le pecorelle per nome e cammina innanzi loro. Dall’altra li canonisti e li prelati italiani disputavano che l’obbligo fosse per legge ecclesiastica, allegando che mai si troverá degli antichi alcuno non residente represo come transgressore della divina legge, ma solo delli canoni. Che Timoteo, se ben vescovo efesino, piú tempo fu in viaggio per ordine di san Paulo; che a san Pietro è detto che pasca le agnelle, il che s’intende di tutte, e pur non può esser per tutto presente: cosí può il vescovo adempir il precetto di pascere senza risedere. Rispondevano anco alle ragioni contrarie, dicendo che le condizioni del pastore da Cristo proposte non convengono ad altro che a lui proprio.

Fra’ Ambrosio Catarino, se ben dominicano, era contrario agli altri: diceva che il vescovato qual’è instituzione di Cristo è un solo, quello che ha il papa; degli altri l’instituzione è del pontefice, il quale sí come gli parte la qualitá e numero delle pecorelle da pascere, cosí gli prescrive anco il modo e la qualitá. Per il che al papa sta ordinare a ciascun vescovo