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libro secondo - capitolo vi 351


quelle onorevolezze avessero luoco, ma in maniera che non fosse niente detratto della superioritá del metropolitano, che era il vescovo di Cesarea. Questo governo, che nelle chiese orientali sempre è stato osservato, nella latina prese alterazione, con occasione che, essendo fabbricati numerosi e gran monasteri retti da abbati di gran fama e valore, che per le virtú loro conspicue facevano ombra alli vescovi, nacque qualche gara tra questi e quelli; e li abbati, per liberarsi da quelli incomodi o reali o finti, per coprir l’ambizione di sottrarsi dalla soggezione debita, impetrarono dalli pontefici romani d’essere ricevuti sotto la protezione di san Pietro, e immediate sotto la soggezione pontificia. Il che tornando molto a conto alla corte romana (poiché chi ottiene privilegi, per conservarseli è ubbligato di sostentare l’autoritá del concedente), presto presto tutti li monasteri furono esentati. Li capitoli ancora delle cattedrali, essendo per la maggior parte regolari, con li medesmi pretesti impetrarono esenzione. Finalmente le congregazioni cluniacense e cistercense tutte intiere si esentarono, con grande aumento dell’autoritá pontificia, la qual veniva ad aver sudditi propri in ciascun luoco, difesi e protetti dal papato, e scambievolmente defensori e protettori. Da san Bernardo, che fu in quel tempo e in congregazione cistercense, non fu lodata l’invenzione, anzi ammoni di ciò Eugenio III pontefice a considerare che tutti erano abusi, né si doveva aver per bene se un abbate ricusava soggiacer al vescovo, e il vescovo al metropolitano; che la Chiesa militante debbe pigliar esempio dalla trionfante, dove mai nessun angelo disse: «Non voglio esser sotto l’Arcangelo». Ma piú averebbe detto, quando fosse vissuto in tempi posteriori; imperocché dopo li ordini de’ mendicanti passarono piú oltre, avendo non solo ottenuto esenzione onnimoda dall’autoritá episcopale generalmente dovunque fossero, ma anco facoltá di fabbricar chiese in qualonque luoco, e in quelle anco ministrar li sacramenti. Ma in questi ultimi secoli s’era tanto inanzi proceduto, che ogni prete privato con poca spesa si impetrava una esenzione dalla superioritá del suo vescovo, non solo nelle cause di