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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/405

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CAPITOLO IX

(gennaio-febbraio 1547).

[Delle qualitá e condizioni dei vescovi. — Dispute sulla pluralitá dei benefici. — Sguardo all’origine e progressi di questo abuso. — Rimedi proposti. — I legati, per istruzioni avute da Roma, cercano di limitare l’azione riformativa del concilio, a difesa della supremazia papale. — Malcontento dei prelati spagnoli per la limitata libertá conciliare. — Essi presentano undici articoli di riforma sui benefici. — I legati, preoccupati, referiscono a Roma, dove vengono esaminati e corretti i suddetti articoli. — Istruzioni ai legati per la sessione. — Preoccupato del contegno indipendente del concilio, pericoloso all’autoritá papale, e della potenza e ostilitá dell’imperatore, Paolo III pensa alla traslazione di quello a Bologna, e dá segrete disposizioni ai legati.]

Di tutte le cose deliberate, e delle difficoltá rimanenti cosí nella materia di fede come di riforma degli abusi, li legati mandarono copia a Roma, richiedendo ordine di quello che dovessero risolversi, tra tanto non tralasciando di reesaminare le medesme materie, ma trattando però piú seriamente la materia della pluralitá de’ benefici, giá, come si è detto, proposta, e parte in questo tempo medesmo ventilata. Della quale, per narrarla continuatamente, ho portato il tutto in questo luoco.

Nella congregazione delli 15 gennaro, quando furono dati fuori gli articoli delli sacramenti, continuandosi la materia incominciata il giorno inanzi, alla pluralitá s’aggionse di trattar le qualitá e condizioni delli vescovi, poiché assai non risedono per non esser atti ad esercitar il carico: e molte cose furono dette, preso principio da quello che san Paulo ricerca nelli vescovi e diaconi, facendo gran riflesso sopra le parole «irreprensibile, dedito all’ospitalitá, non avaro, non nuovo nella