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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/428

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422 l'istoria del concilio tridentino


che ben pareva provvisto assai a bastanza col rimetter ai vescovi di esaminar le giá fatte, e presumer surrettizie quelle che non si trovassero fondate sopra cause ragionevoli; ma tutto era destrutto con la modificazione seguente, cioè se altramente non sará giudicato dalla sede apostolica, il che era un stabilirle, anzi metter il vescovo in liti e spese. Fu anco di novo richiesto che fossero vietate le unioni a vita e annullate le giá fatte.

Ma il numero maggiore approvò li decreti come furono proposti, parte per propria inclinazione alle cose romane, e parte per esser stati praticati; e alcuni buoni anco, a’ quali era fatta promessa che il papa con una sua bolla averebbe levato e quelli e molti altri disordeni; ma esser dovere che per riputazione di quella santa sede lo facesse egli medesimo, e non paresse che la sinodo l’avesse costretto contra suo volere a ricever leggi. E questi posti insieme ascendevano alli tre quarti di tutto il numero della sinodo.

Instando il tempo della sessione, e reietti gli anatematismi, da qualcuno fu ricercato che si aggiongesse la dottrina, da altri fu richiesto perché non si risolveva il decreto degli abusi. Quanto a questo, furono fermati con dire che non era bene discusso, e che era luoco più opportuno portarli dopo tutti li sacramenti, rimediando insieme alli abusi occorrenti nel ministerio di ciascuno e alli universali in tutti. Per render ragione dell’ommissione della dottrina, il piú concludente argomento fu che cosí s’era fatto nella sessione del peccato originale, e che la dechiarazione per modo di dottrina è necessaria quando senza quella li anatematismi non possono esser intesi; però nel decreto di iustificazione essere stata di necessitá, ma in questo delli sacramenti li anatematismi da sé esser tanto chiari che servono anco per dottrina. Il tempo instante e il consenso del numero maggiore fece che si risolvesse per questa opinione, e fossero costretti tacer quelli che dimandavano la dottrina e riforma delli abusi sopra detti.

Accomodati li decreti, se ben con le difficoltá narrate, e venuto il 3 marzo, e col solito ordine ridotti li prelati in