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428 l'istoria del concilio tridentino


delle famiglie de’ prelati ammalati, o per li disordeni del carnevale, o per l’aria molto umida che per molti giorni prossimi era stata. Sottomesse il Monte alcuni de’ suoi, che dimandassero alli medici se vi era pericolo che quelle infirmitá fossero contagiose. Li medici, che sempre nel prognostico dicono piú mal che possono (perché, succedendo, paiono dotti per averli previsti, e non riuscendo, molto piú, perché abbiano saputo rimediarli o prevenirli) dissero qualche parola ambigua, la qual studiosamente disseminata e dalli leggieri creduta, passò anco alla credulitá delli mediocri e quelli che, desiderando partire, averebbono voluto che fosse stato vero. E opportunamente in quei di dopo la sessione era morto un vescovo che, funerato con esequie di tutto il concilio, fece la cosa molto cospicua; onde s’empí Trento che vi era male contagioso, e la fama andò anco alli luochi circonvicini. i Tra tanto li legati, mostrando di non aver parte nella fama sparsa, il dí dopo la sessione tennero congregazione generale per disponere quello che si dovesse discutere intorno il sacramento dell’eucaristia, e la settimana seguente incominciarono le congregazioni de’ teologi. E poiché la fama fu aumentata, quando parve, il Cardinal Monte ordinò ad Ercole Severolo procurator del concilio che facesse processo sopra la pestifera infirmitá. Furono esaminati li medici, e fra gli altri Geromino Fracastoro, che aveva titolo di medico del concilio, e altre persone. Fu presa relazione che li luochi circonvicini si preparavano per levar il commercio alla cittá. Questo moto fu causa che molti delli prelati domandarono licenza di partire, o per timore, o per desiderio di uscire di lá in ogni modo. Il Monte ad alcuni la diede, acciò potesse metter tra le cause la partita dei padri; altri piú seco congionti confortò ad aspettare; in suo secreto, per non privarsi a fatto di aderenti nel fare la proposizione di transferire il concilio; ma in apparenza, per non mostrare che lo lasciasse dissolvere: e però disse che nelle congregazioni protestassero, acciò si pigliasse ispediente. Si segui il processo sino al di 8, quando venne nova, o vera o finta, che Verona era per levar