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432 l'istoria del concilio tridentino


dovesse un anno dopo partire; e quella libertá di transferire a qual cittá fosse piaciuto era tenuta per troppo ampia e inverisimile, atteso il sospetto sempre fisso nell’animo de’ pontefici che concilio non si celebri in cittá diffidente, mostrato piú che mai da papa Paolo nel convocarlo; onde non si poteva credere che s’avesse esposto alla discrezione altrui senza bisogno, in cosa di tanto momento. Con tutto ciò io, seguendo le note che ho vedute, che al suo luoco ho detto, tengo per fermo che fu fabbricata due anni e mandata diciotto mesi inanzi questo tempo. Ma quello che non si poteva in modo alcuno ascondere, e che scandaleggiava ognuno, era che per quella bolla si vedeva chiara la servitú del concilio. Perché se doi legati potevano comandar a tutti li prelati insieme di partirsi da Trento, e constringerli con pene e censure, dica chi lo sa e lo può che libertá era quella che avevano.

L’imperator, udita la nuova, sentí dispiacer grande: prima, perché li pareva esser sprezzato; e poi, perché si vedeva levato di mano un modo, quale maneggiando secondo l’opportunitá, pensava pacificar la religione in Germania, e per quel mezzo metterla sotto la sua obedienza.

Al re di Francia la nuova non pervenne, ché egli il 21 dell’istesso mese passò a miglior vita.

fine del primo volume