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58 l'istoria del concilio tridentino


concilio. Per questi respetti alcuni proponevano che, per rimediar alli pericoli imminenti, fosse ricercato Cesare di concedere un concilio nazionale in Germania; il che se non li piacesse, almeno, per ovviar alle gravissime sedizioni, si contentasse di differire l’esecuzione dell’editto di Vormazia sino al concilio generale. Ma li vescovi, che non avevano altra mira se non al conservar la loro autoritá, dicevano che nella causa della religione non si dovesse venir ad alcuna trattazione duranti le discordie tra Cesare e il pontefice, ma tutto fosse differito a meglior tempo.

Le opinioni erano cosí diverse e si eccitò tanta discordia tra gli ecclesiastici e gl’inclinati alla dottrina luterana, che le cose si viddero in manifesto pericolo di guerra civile; e molti delli prencipi si mettevano in ordine per partirsi. Ma Ferdinando e gli altri ministri di Cesare, vedendo chiaramente quanto male sarebbe partorito se con tal dissensione d’animi si fosse dissoluta la dieta e si fossero partiti li principi senza alcun decreto (perché secondo li vari interessi diversamente averebbono operato, con pericolo di divider irreconciliabilmente la Germania), si diedero a placar gli animi de’ principali cosí dell’una come dell’altra parte, e finalmente si venne alla risoluzione di far un decreto, il quale se ben in esistenzia non concludeva secondo la mente di Cesare, nondimeno mostrava apparenzia di concordia fra gli stati ed obedienzia verso l’imperatore. La continenzia del decreto fu che essendo necessario per dar ordine e forma alle cose della religione, e per mantenimento della libertá, celebrar un legittimo concilio in Germania, o vero un universale di tutta la cristianitá, il quale s’incominci inanzi che passi un anno, si debbi mandar ambasciatori a Cesare a pregarlo di voltar l’occhio al misero e tumultuoso stato dell’Imperio e ritornar in Germania quanto prima e procurarlo; e fra tanto che si possi ottener o l’un o l’altro delli concili necessari, nella causa della religione e dell’editto di Vormazia tutti li principi e stati debbino nelle loro provincie e giurisdizioni governarsi in maniera che possino render buon conto delle loro azioni alla Maestá divina

e all’imperatore.