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64 l'istoria del concilio tridentino


Per il che la prega a risguardar le calamitá del populo cristiano; imperocché egli chiama Dio in testimonio che sempre è per fare che ognuno conosca lui non aver altro fine che la gloria di Dio e la salute del suo popolo, come nelle altre lettere ha scritto piú diffusamente.

Scrisse ancora l’imperatore, sotto il 6 di ottobre, al collegio de’ cardinali: sentir grandissimo dolore che il papa, scordato della dignitá pontificia, cercasse turbar la tranquillitá pubblica; e mentre egli pensava, per l’accordo fatto col re di Francia, aver ridotto tutto ’l mondo in pace, gli fossero sopravvenute lettere dal pontefice, quali mai averebbe creduto dover uscir da un padre comune e vicario di Cristo: le quali ancora ha creduto esser state deliberate non senza loro conseglio, pensando che il pontefice non tratti cose di tanto momento senza comunicargliele. Per il che si è molto turbato, vedendo che da un pontefice e da padri di tanta religione procedessero guerre, minacce e perniciosi consegli contra un imperator protettore della Chiesa e tanto benemerito; il qual, per compiacer loro, in Vormazia otturò le orecchie alle preghiere portegli da tutta la Germania contra le oppressioni e gravami che pativa dalla corte romana, non tenendo conto delle oneste dimande fattegli che fosse convocato un concilio per ovviar alle su dette oppressioni, che sarebbe ovviar insieme all’eresia luterana. Che per servizio della sede romana ha proibito il convento che la Germania aveva intimato in Spira, prevedendo che sarebbe stato un principio di separar la Germania dall’obedienza romana, e ha divertito i pensieri di quei prencipi col prometterli il concilio. Di che avendo scritto al pontefice e datogli conto, la Santitá sua lo ringraziò che avesse vietato il convento di Spira, e lo pregò a differir di parlar di concilio a tempo piú opportuno. Ed egli per compiacer alla Santitá sua tenne piú conto di sodisfarlo che delle preci della Germania, tanto necessarie; e con tutto ciò il papa li scriveva ora lettere piene di querele ed imputazioni, dimandandoli anco cose che non poteva con giustizia e con sicurtá sua concedere.

Delle qual lettere manda loro la copia, avendo voluto signi-