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libro primo - capitolo iii | 63 |
avuto ottima intenzione e necessitá di operare come aveva
fatto, revoltando la colpa nel pontefice. Commemorò ancora
molti benefici fattigli, e per il contrario molte trattazioni di
esso pontefice contra di lui in diverse occasioni; e finalmente
concluse che nissuna cosa piú desiderava che la pubblica quiete
e la pace universale e la giusta libertá d’Italia: le quali se
anco erano desiderate dalla Santitá sua, ella doveva metter
giú l’arme riponendo la spada di Pietro nella vagina; perché,
fatto questo fondamento, era facile edificarvi sopra la pace, e
attendere a corregger gli errori de’ luterani ed altri eretici, in
che averebbe trovato lui ossequente figliuolo. Ma se la Santitá sua facesse altramente, protestava inanzi a Dio e agli
uomini che non si poteva ascriver a colpa sua nessuna delle
sinistre cose che sarebbono avvenute alla religione cristiana,
promettendo che se Sua Santitá ammetterá le sue giustificazioni come vere e legittime, egli non si raccorderá delle ingiurie ricevute; ma se continuerá contra di lui con l’arme
(poiché ciò non sará far ufficio di padre, ma di parte, né di
pastore, ma di assalitore), non sará conveniente che sia giudice in quelle cause; né essendovi altro a chi aver ricorso
contro di lui, per propria giustificazione rimetterá tutto alla
recognizione e giudicio d’un concilio generale di tutta la cristianitá, esortando nel Signore la Santitá sua che dovesse intimarlo in luogo sicuro e congruo, prefiggendovi termine conveniente: perché vedendo lo stato della Chiesa e religion
cristiana tutto turbarsi, per provveder alla salute propria e della
repubblica ricorre ad esso sacro e universal concilio, e a quello
appella di tutte le minacce e futuri gravami.
La risposta alla seconda fu sotto il 18; e in quella diceva: essersi rallegrato vedendo nelle seconde lettere la Santitá sua trattar piú benignamente e di miglior animo desiderar la pace: la quale se fosse cosí in potestá di lui di stabilire, come in mano d’altri il mover la guerra, vederebbe qual fosse l’animo suo; se ben tiene che la Santitá sua parli spinta da altri e non di animo spontaneo, e spera in Dio che ella debbia piú
tosto procurar la salute pubblica che secondar gli affetti d’altri.