Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. I, 1935 – BEIC 1916022.djvu/87

Da Wikisource.

libro primo - capitolo iii 81


Concluse il papa esser nell’animo suo tanto certo dell’esito, che poteva parlarne come profeta e affermare che, facendosi concilio, seguirebbono maggiori disordini in Germania; perché chi lo richiede, mette innanzi per pretesto di continuare sino allora nelle cose attentate; quando da quello le opinioni loro saranno condannate (ché altro non può succeder), piglieranno altra coperta per detraere al concilio; e per fine l’autoritá cesarea in Germania resterá annichilata e nelli altri luochi concussa; la pontificia in quella regione si diminuirá, e nel resto del mondo s’amplificherá maggiormente. E però tanto piú doveva Cesare creder al parer suo, quanto non era mosso da proprio interesse, ma da desiderio di veder la Germania unita alla Chiesa e l’imperatore ubidito. Che era irreuscibile, se non si fosse transferito in Germania quanto prima e immediate usata l’autoritá, con intimare che senza alcuna replica fosse eseguita la sentenzia di Leone e l’editto di Vormazia, non ascoltando qualonque cosa li protestanti siano per dire, (dimandando o concilio o maggior instruzione, o allegando la loro appellazione e protesta o altra iscusazione, ché tutte non possono esser se non pretesti d’impietá), ma al primo incontro di disubedienzia passando alla forza, la quale li sarebbe stata facile usare contra pochi, avendo tutti li prencipi ecclesiastici e la maggior parte de’ secolari che s’averebbono armato con lui a questo effetto; che cosí, e non altrimenti, conviene all’ufficio dell’imperatore, avvocato della chiesa romana, e al giuramento fatto nella coronazione di Aquisgrana, e che doverá far nel ricever la corona per mano sua. Finalmente, esser cosa chiara che la tenuta del concilio, e qualonque trattazione o negoziazione che s’introducesse in quest’occasione, necessariamente terminarebbe in una guerra. Esser adonque meglio tentar di componer quei desordeni col vigor dell’imperio ed assoluto comando, cosa che si può reputar dover riuscir facilmente: e quando ciò non si potesse ben effettuare, venir piú

tosto alla forza ed arme, che relasciar il freno alla licenzia popolare, all’ambizione delli grandi e alla perversitá degli eresiarchi.


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - i 6