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96 l'istoria del concilio di trento


dato da qualsivoglia, onde ne ricercavano uno dalla medesima sinodo, quale da Cesare li era stato promesso, e dato carico ad essi ambasciatori di ottenerlo dalla sinodo. Al che avendo il legato dato risposta con molte parole di complemento, ma remessosi alla sessione che si farebbe, e questo per aver tempo di darne conto a Roma, soggionse il conte per la medesima causa non li parer opportuno che inanzi la loro venuta si trattasser le materie controverse dell’eucaristia; che non mancavano le cose della riforma da trattare, o veramente altre in quali non vi fosse differenza. Rispose il legato che giá era deliberato di trattar dell’eucaristia, né s’averebbe potuto far altro, essendo per inanzi concluso che del pari in ogni sessione andassero li decreti della fede e della riforma; e la materia dell’eucaristia seguir necessariamente dopo quella della confirmazione, che ultima fu trattata prima che andar a Bologna; ma però quella era controversa piú tosto con li svizzeri zuingliani che con li protestanti, che non erano sacramentari come quelli. Saltò il conte alla comunione del calice, e mostrò che, quando fosse deciso quel punto contra loro, da tutto il populo inteso, e dove fa maggior insistenza, era impossibile trattar piú di ridurli. Che anco Cesare nel decreto della interreligione fu costretto accomodarsi in questo; però essi ancora volessero differirlo alla venuta delli protestanti. Il legato non repugnò, ma la passò con parole generali e inconcludenti, per intender prima sopra di questo il voler del pontefice: al quale diede conto di tutte le cose trattate dalli teologi e delli anatematisini formati, e anco di quello che s’era divisato in materia di riforma, di che di sotto si dirá; e poi avvisò le due richieste delli ambasciatori imperiali, ricercando risposta.

Il pontefice misse le cose in consulta: quanto al salvocondotto trovò varietá d’opinioni. Non volevano alcuni che si dasse, allegando che mai era stato fatto, se non dal basiliense, che non era bene in cosa alcuna imitare: e che era gran pregiudicio ubbligarsi alli ribelli. E poi quando vi fosse stata speranza di guadagnarli, tutto s’averebbe potuto comportare;