Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/112

Da Wikisource.
106 l'istoria del concilio di trento


esser tali che la terra dal cielo. Ma l’opposizione della parte migliore non ha potuto ottenere che la maggiore non superasse; e cosí sopra la spiritual potestá data da Cristo alla Chiesa di ligare e sciogliere, e sopra l’instituto di san Paulo di componer le liti tra cristiani senza andar al tribunal de infedeli, in molto tempo e per molti gradi è stato fabbricato un temporal tribunale, piú risguardevole che mai nel mondo fosse, e nel mezzo di ciascun governo civile instituitone un altro independente dal pubblico; che mai chi scrisse delli governi averebbe saputo immaginare che un tal stato di repubblica potesse sussistere.

Tralascierò di dire come le fatiche di tanti, oltre l’aver ottenuto il disegnato fine di farsi un fòro independente dal pubblico, ne abbino sortito un altro improvveduto di fabbricar un imperio: essendo nata e con mirabil progresso radicata una nova opinione molto piú ardua, che tutto in un tratto dá al solo pontefice romano quanto in milletrecento anni è stato da tanti vescovi in tanti modi admirabili acquistato, rimovendo dall’esser fondamento della giurisdizione il ligar e sciogliere, e sostituendo il pascere; e con questo facendo che tutta la giurisdizione da Cristo sia data al solo papa nella persona di Pietro, quando li disse: «Pasci le mie pecorelle»; atteso che di ciò si parlerá nella terza riduzione del concilio, quando per questa opinione furono eccitati li gran tumulti che allora si racconteranno. Ma da quel che al presente ho narrato ognun potrá da se stesso conoscere che rimedi erano necessari per dar forma tollerabile ad una materia passata in tante corruzioni, e compararli con li proposti.

In Trento furono conosciuti due difetti, cioè che dal canto dei superiori la caritá era convertita in dominazione, e dal canto degl’inferiori l’obedienza voltata in querele e subterfugi e querimonie: e si pensò prima di provvedere in qualche parte ad ambedua. Ma nel proseguire, quanto alla prima, che è la fontana dove la seconda ha origine, non si venne se non ad un rimedio esortatorio alli prelati di levar la dominazione e restituir la caritá. Ma per quel che alli sudditi tocca, essendo