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108 l'istoria del concilio di trento


vede, a tenir in buona regola quei governi, farebbe l’istesso effetto nelli pubblici della Chiesa, quando le appellazioni restassero nella medesma provincia; e per effettuar questo e per raffrenar la malizia dei litiganti basta ridurle alla forma delle leggi comuni, con proibir il salto di poter andar al supremo senza passar per li intermedi superiori, e con vietar le appellazioni dalli articoli o decreti interlocutorii; con le qual provvisioni le cause non anderanno lontane, non saranno tirate in longo, non intervenirá l’eccessiva spesa e li innumerabili gravami: e acciocché li giudici passino con sinceritá, restituire li sinodali, non soggetti a tanta corruzione; levando quei degli ufficiali, de’ quali il mondo è tanto scandalizzato, che non è piú possibile che la Germania li sopporti.

Non fu gratamente udito questo parere se non dalli spagnoli e tedeschi; ma il cardinale e il noncio sipontino sentirono sommo dispiacere che cosí inanzi si passasse. Questo era un levar a fatto non solo l’utile della corte, ma la dignitá ancora; nessuna causa anderebbe a Roma, e a poco a poco si scorderebbe ognuno della superioritá del pontefice, essendo ordinario degli uomini non stimar quello superiore, l’autoritá del quale non si tema, o non se ne possi valere. Operarono però che da Giovan Battista Castelli bolognese fosse parlato nella congregazione seguente nell’istessa materia in modo che, senza contradire a Groppero, fosse mortificata l’apparenza delle ragioni da lui allegate. Egli incominciò dalle lodi dell’antichitá della Chiesa, toccando però con destrezza che in quei medesimi tempi vi erano le sue imperfezioni, in qualche parte maggiori delle presenti; ringraziato Dio, diceva, che non è oppressa la Chiesa, come quando li ariani a pena la lasciavano apparire: non si debbe tanto lodare la vecchiezza, che non si reputi anco che nei secoli posteriori qualche cosa non sia fatta megliore. Quelli che lodano li giudici sinodali, non hanno veduto li difetti di quelli, l’infinita longhezza nelle espedizioni, li impedimenti nel diligente esamine, la difficoltá nell’informar tanti, e le sedizioni per le fazioni. È ben da credere che siano stati intermessi, perché non bene succede-