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libro quarto - capitolo ii 113


statuito il primo settembre di parlar dell’eucaristia, non era possibile restar di farlo, ma lasciar qualche capo piú importante e piú controverso era cosa concessibile. E raccogliendosi li voti, tutti furono di parer che il salvocondotto si concedesse; ma quanto al differir la materia, consigliavano alcuni che non era dignitá farlo, se non assicuravano di dover venir a trattarla e sottoporsi alla determinazione della sinodo. Altri dissero che era assai salva la dignitá, quando si facesse a loro richiesta: e questa fu la piú comune opinione. Allora il legato soggionse che s’averebbe potuto riservare la materia del ministrar a’ laici il calice, e per mostrar che non dovessero venir per un solo articolo, aggiongerci la comunione dei putti. Cosi si prese ordine di formar il decreto in questo particolare. Il qual letto, parendo ad alcuni che fosse poco il riservar doi articoli, però esser meglio divider il primo in tre, e cosí reservarne quattro e aggiongervi il sacrifício della messa, del quale le controversie sono grandi (ché cosí apparirá esser riservate molte cose e le principali), in questo parere convennero. E quando si fu a dire che li protestanti fanno instanza d’esser ascoltati sopra di quelli, si levò un prelato di Germania, e dimandò da chi e a chi fosse questa instanza fatta, perché molto importava che questo apparisse: altrimenti, quando essi dicessero non esser vero, restava molto intaccato l’onor del concilio. Ma non essendoci altro che quanto il conte di Monfort aveva detto come da sé, e ciò anco non ristretto a quei quattro capi né alla materia dell’eucaristia, ma in generale di tutte le controversie, si trovarono molto bene impediti come risolversi. Il mostrar di riservare per proprio moto, oltre l’esser indignitá, tirar adosso un’obiezione che dovevano riservar tutto. Si trovò questo modo come il manco male: di non dire che protestanti fanno instanza né che richiedono, ma che desiderano esser uditi; il che non si può dubitare esser vero, poiché da loro in diverse occasioni è stato detto: e se ben riferendolo a tutte le controversie, nondimeno non è falsitá affermare di una parte

quello che è detto del numero intiero, senza escluder le


Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - ii 8