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CAPITOLO III

(ottobre-novembre 1551).

[Sessione decimaterza: decreto dogmatico e canoni sull'eucaristia; decreto di riforma della giurisdizione episcopale, di dilazione di alcuni articoli sull'eucaristia. — Tenore del salvocondotto pei teologi protestanti. — Ricevimento degli inviati dell’elettore di Brandeburgo. — Risposta alla protesta di Enrico II. — Critiche dei protestanti ai decreti di questa sessione ed alla forma del salvocondotto. — In congregazione si fissano gli articoli della penitenza e dell’estrema unzione e quindici articoli di riforma degli abusi. — Nuovi tentativi del papa per trarre gli svizzeri al concilio. — Critica del metodo seguito dai teologi nella discussione. — Il decreto dogmatico della penitenza ed i relativi canoni. — Obbiezioni dei teologi di Lovanio e di Colonia sul potere di riservare i casi e sulle parole quaecumque ligaveritis; dei francescani sulla materia e parti della penitenza e sul significato dell’assoluzione; del Pelargo sull’istituzione di questo sacramento. — Fermo contegno del legato papale. — Decreto dogmatico e canoni sull’estrema unzione.]

Venuto il giorno 11 ottobre, secondo il modo usato s’andò alla chiesa: cantò la messa il vescovo di Maiorica, il sermone fu fatto dall’arcivescovo di Torre, tutto in encomio del sacramento dell’eucaristia: e fatte le altre solite ceremonie, dal vescovo celebrante fu letto il decreto della dottrina. La sostanza del quale fu: che la sinodo, congregata per espor l’antica fede e rimediar agl’incomodi causati dalle sette, sin dal principio ebbe desiderio di estirpar il loglio seminato in materia della eucaristia. Per il che, insegnando la dottrina cattolica sempre creduta dalla Chiesa, proibisce a tutti li fedeli per l’avvenire di creder, insegnare o predicar altrimente di quanto è esplicato. Prima, insegna che nell’eucaristia dopo la consecrazione si contien Cristo vera, real e sustanzialmente