Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/137

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libro quarto - capitolo iii 131


XIII. Che non si satisfaccia sopportando le afflizioni mandate da Dio, le pene imposte dal sacerdote e le spontaneamente pigliate, e che l’ottima penitenzia sia solo la vita nova.

XIV. Che le satisfazioni non sono culto divino, ma tradizioni umane.

XV. Che le chiavi della Chiesa siano solamente per sciogliere e non per ligare.

Li teologi di Lovanio opposero al particolare della reservazion dei casi che non era cosa di tanta chiarezza, perché non s’averebbe trovato che padre alcuno mai di ciò avesse parlato; e che Durando, che fu penitenziero, e Gerson e il Gaetano, tutti affermano che non peccati ma censure sono reservate al papa; e per tanto era troppo rigida cosa aver per eretico chi sentisse altramente. Nel che avevano congionti seco li teologi di Colonia, i quali chiaramente dicevano che non s’averebbe trovato alcun antico che parlasse se non di reservazione de peccati pubblici, e che il condannar il cancellano parisiense, tanto pio e cattolico scrittore, che biasmava le reserve, non era condecente. Che gli eretici solevano dire queste reserve esser per uccellar a danari, come anco disse il Cardinal Campegio nella sua riforma; e che se gli dava occasione di scrivere contra, al che li teologi non averebbono risposto né potuto rispondere. E per tanto doversi moderare cosí la dottrina come il canone, in maniera che non dia scandalo e non offendi alcun cattolico.

Li medesimi coloniensi dicevano, per quello che tocca alla intelligenzia delle parole: Quæcumque ligaveritis, la qual è condennata nel decimo canone, che espressamente e formalmente Teofilatto cosí l’intende, e che il condennarlo sará dar allegrezza agli avversari: e per quel che nell’ultimo vien detto, che la potestá di ligare s’intende quanto all’imporre le penitenzie, avvertirono che li santi vecchi cosí non hanno inteso, ma ligare intendevano far astener dal ricevere i sacramenti sino alla compita satisfazione. Dimandavano ancora che si dovesse fare menzione della penitenzia pubblica, tanto commendata dai