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162 l'istoria del concilio di trento


di non mutar la minuta, con speranza che, se ben protestanti cercavano avvantaggiarsi, quando poi la cosa fosse fatta si contenterebbono.

Le cose tutte poste in punto, il dí 24 fu la generale congregazione. In quella convennero in casa del legato li elettori, li padri tutti e li ambasciatori di Cesare e di Ferdinando, che non erano soliti intervenire in tal sorti de congregazioni. Il legato fece l’ingresso con brevi parole, dicendo che erano adunati per dar principio ad una azione la piú ancipite che in piú secoli fosse occorsa alla santa Chiesa; per il che conveniva con maggior affetto del solito pregar Dio per il buon successo. E invocato il nome dello Spirito Santo secondo il costume delle congregazioni, fu dal secretario letta la protestazione, alla quale avendo tutti li padri dato il placet, dal promotore fu fatta instanza che negli atti fosse registrata e fattone anco pubblico instromento. Il tenor di quella in sostanza fu: che la santa sinodo, per non ritardare il progresso del concilio (che riceverebbe impedimento per le dispute che nascerebbono, quando s’avesse da esaminare con li debiti termini qual sorte di persone possono comparere nella sinodo e qual sorte de mandati e scritture possono esser presentati, e per i luochi del seder), dechiara che se fosse admesso in persona o per sustituto alcuno che non dovesse esser ricevuto per disposizione della legge o uso de’ concili, o non sedesse nel debito luoco che se li conviene, o vero se fossero admessi mandati, instrumenti, proteste o altre scritture che offendessero o potessero offender l’onore, l’autoritá o potestá del concilio, per ciò non sia né s’intendi esser pregiudicato al presente concilio o agli altri futuri generali in perpetuo, essendo intenzione di questa sinodo che si rimetti la pace e la concordia nella Chiesa in qualunque modo, pur che sia lecito e conveniente.

Dopo furono introdotti gli ambasciatori sassoni: dove entrati e fatto riverenza al consesso, parlò il Badehorno, usando titoli: «reverendissimi e amplissimi padri e signori». La sostanza del suo parlar fu: che Maurizio elettor di Sassonia, dopo aver pregato a loro l’assistenzia dello Spirito Santo e l’esito