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libro quarto - capitolo v |
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ma che la Scrittura e pratica della Chiesa e concili e dottori,
che si fondano in quella, siano giudici, è detto, quantunque
con parole alquanto differenti; perché la pratica della Chiesa
è chiamata sotto il nome di tradizione apostolica, e quando
si dice «santi Padri» s’intende bene che si fondano nella Scrittura, perché essi non fanno altri fondamenti. Il terzo, di celebrar gli uffici nelle case loro, s’intende, purché lo facciano
che non sia saputo, e senza scandolo. La proibizione che non
sia fatta cosa in loro vituperio esser espressiva, quando si
promette che non saranno in conto alcuno offesi. Però vedersi
chiaro che per trovar querele e cavillare si lamentano senza
causa; né essendovi speranza di contentarli, non restar altro
se non darli il salvocondotto secondo la minuta formata, e
lasciar al loro arbitrio il valersene o non usarlo. Il conte di
Monteforte replicò niente potersi far piú in servizio della pubblica causa, quanto levarli li pretesti e cavilli, e mostrarli al
mondo inescusabili: onde, poiché in sostanza non era differenza dalla minuta alla forma di Basilea, per serrarli la bocca
si poteva copiar quella di parola in parola, mutati solo li
nomi delle persone, luochi e tempi. Li presidenti, da una
risposta sottile e tanto stretta commossi, si guardarono l’un
l’altro; e il legato, preso immediate partito, rispose che tanto
sarebbe stato riferito alli padri nella congregazione, e risoluto
secondo la loro deliberazione. Raccomandarono poi li presidenti, ciascuno alli piú familiari suoi, la causa di Dio e della
Chiesa: alli italiani e spagnoli dicevano che era una grand’ingiuria che dovessero seguir una mano di scismatici, che
hanno incautamente parlato e contra la dottrina cristiana
ubbligato a seguir la Scrittura sola. Ma a tutti in generale
dicevano che sarebbe stata una grand’indignitá, quando la
sinodo parlasse in modo che immediate nascesse una disputa
inestricabile sopra; perché a vedere quali siano li dottori
che fondano nella Scrittura, mai si sarebbe d’accordo: appartenere alla dignitá della sinodo parlar chiaro, e l’espressione fatta esser la vera dechiarazione del basiliense. E altre
tal persuasioni usarono, che quasi tutti vennero in risoluzione
Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - ii |
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