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libro terzo - capitolo i 13


ecclesiastiche di tutti li stati suoi. Era nota all’imperatore la mira del papa di volerlo implicar in nova impresa per intorbidarli quella che giá aveva a fine condotto. Però rispose che col pontefice voleva esser unito nelle cose della religione, ma dove si trattava di guerra era risoluto far li fatti suoi da se stesso, e non esser capitano di chi in l’opportunitá l’abbandonasse, come nella guerra di Germania. E dall’altro canto esso ancora propose diversi vantaggi al papa, quando consentisse il ritorno del concilio a Trento. Sopra che avendo il legato certificato di non aver commissione alcuna, spedí Cesare in diligenza il Cardinal di Trento al pontefice, per negoziare la restituzione del concilio e altri particolari che si diranno. Il pontefice, dopo averlo piú volte ascoltato, senza scoprir qual fosse l’animo suo, finalmente rispose che dovesse parlarne in consistoro.

Il cardinale a’ 9 di decembre, in presenzia di tutto il collegio, dopo aver narrato quante fatiche e pericoli aveva passato Cesare, non per altro che per sostenere la dignitá del concilio, e come finalmente per la sua diligenzia e autoritá aveva indotto tutti li principi e stati di Germania ad aderirvi e sottomettervisi, pregò Sua Santitá a nome di Cesare, di Ferdinando e di tutto l’Imperio che per l’amor di Dio volesse far ritornare a Trento li vescovi che erano a Bologna, per finir l’opera necessaria incominciata; e ancora si contentasse mandar un legato o doi in Germania, con pienissima autoritá pontificale, senza ritenerli facoltá alcuna, acciocché con loro conseglio si ordinasse un modo di vivere sino al concilio, e si reformasse l’ordine ecclesiastico: e appresso di ciò avesse considerazione e determinasse se, occorrendo vacanza della Sede durante il concilio, l’elegger il pontefice toccasse alli padri di esso o alli cardinali, acciò, occorrendo, non nascesse qualche novo moto. Questo terzo punto fu aggionto per avvertire il pontefice della sua vecchiezza e prossima mortalitá, e indurlo piú facilmente a condescendere, per non lasciar la sua posteritá erede del dispiacer che sentiva l’imperatore

per la sua renitenza. A queste proposte rispose il pontefice,