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Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. II, 1935 – BEIC 1916917.djvu/227

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libro quinto - capitolo ii 221


minarlo rigidamente, e per la complicitá impregionò Egidio Foscararo, vescovo di Modena.

Privò anco della legazione d’Inghilterra il Cardinal Polo, e lo citò a presentarsi pregione a Roma nell’inquisizione, avendo impregionato giá Tomaso Sanfelice, vescovo della Cava, suo amico intrinseco, come complice. E acciò dal cardinale non fosse preso pretesto di dimorare in Inghilterra sotto colore della legazione e delli bisogni di quelle chiese, creò cardinale alli tempori della Pentecoste Guielmo Poito vescovo di Salisberi, e lo constitui legato in Iuoco del Polo. E se bene la regina e il re, testificando il servizio che quel cardinale prestava alla fede cattolica, fecero efficaci uffici per lui, il papa non volse mai rimetter un ponto della rigidezza. Ubidí il Cardinal Polo, deponendo l’amministrazione e le insegne di legato e mandando a Roma Ormanetto per dar conto della legazione; ma egli non parti d’Inghilterra, allegando comandamento della regina, perché cosí essa come il re, tenendo per fermo che il pontefice vi avesse qualche passione, non volsero consentire alla partita. In Inghilterra fu preso gran scandolo, e molti cattolici si alienarono per questo; e in Roma non pochi l’avevano per calunnia inventata a fine di vendicarsi per la tregua trattata da lui tra li due re, essendo cardinale e legato, senza participazione di esso pontefice; sí come anco giá era stimata calunnia l’opposizione che nel conclave gli fece per impedirlo dal papato. Il novo legato, persona di gran bontá, ebbe li concetti medesimi; e se bene assonse il nome di legato per non irritar il papa, non esercitò mai il carico in nove mesi che visse dopo avuta la croce della legazione, anzi si portò con la stessa riverenza verso il Polo, come per inanzi.

Ma il duca di Ghisa, passato in Italia, mosse le armi in Piemonte, ed era d’animo di fermar la guerra in Lombardia e divertir in quel modo le armi prese contra il papa. Ma non glielo permise l’ardor grande del pontefice che il regno di Napoli fosse assalito. Da’ francesi erano le difficoltá conosciute, e il duca di Ghisa con li principali capitani andò in posta a